L'amica geniale, Elena Ferrante: Storia della bambina perduta (Volume quarto)

Ciao a tutti! Oggi, tristemente, concludiamo il ciclo dei libri di Elena Ferrante. Spero davvero che li apprezziate tanto quanto ho fatto io. Perciò, per concludere, ecco a voi la recensione di "Storia della bambina perduta"
Attenzione: questa recensione può contenere spoiler sui libri precedenti

Le due protagoniste Lina (o Lila) ed Elena (o Lenù) sono ormai adulte, con alle spalle delle vite piene di avvenimenti, scoperte, cadute e “rinascite”.  Ambedue hanno lottato per uscire dal rione natale, una prigione di conformismo, violenze e legami difficili da spezzare. Elena è diventata una scrittrice affermata, ha lasciato Napoli, si è sposata e poi separata, ha avuto due figlie e ora torna a Napoli per inseguire un amore giovanile che si è di nuovo materializzato nella sua nuova vita. Lila è rimasta a Napoli, più invischiata nei rapporti familiari e camorristici, ma si è inventata una sorprendente carriera di imprenditrice informatica ed esercita più che mai il suo affascinante e carismatico ruolo di leader nascosta ma reale del rione (cosa che la porterà tra l’altro allo scontro con i potenti fratelli Solara).    

Recensione
Come gli altri libri di questa magnifica saga, anche questo vi sorprenderà. Lila ed Elena ormai hanno superato i quarant'anni e sono diventate donne con esperienze molto forti. Perché ammettiamolo, è successo più ad ognuna di loro di quanto possa capitare ad una persona normale in tre vite: Elena ha studiato tutta la vita, sentendosi sempre inferiore poiché nata in un luogo disagiato. Da ragazzina ha subito le molestie del padre del suo grande amore, Donato Sarratore, (ma dei Sarratore parliamo dopo). Dopo un po' il suo grande amore si è messo con la sua migliore amica, cosa che l'ha distrutta. Questo dolore l'ha spinta a fare una cosa che la ripugnerà per sempre: perdere la verginità con il padre di Nino. Si è trasferita in un'altra città, sicura di essere finalmente felice, ma subito Nino ritorna facendole dubitare di suo marito. 
Ma non parliamo di Lila: è stata costretta a interrompere gli studi, nonostante la sua intelligenza. Ha subito le angherie dei Solara e ha sposato un uomo, Stefano, che poi si è dimostrato un infame. Crede di aver trovato l'uomo della sua vita, ma quello l'abbandona con figlio. Da ricca signora Caracci ritorna ad essere povera e va a vivere con Enzo in un ancora posto più disastrato di quello in cui è nata. Va a lavorare in fabbrica per mantenere il figlio, ma poi viene licenziata e quindi si ritrova ad avviare un'altra attività. Cavolo, ho fatto un riassunto che neanche Glee.
Nonostante Elena e Lila ormai siano due donne fatte e vissute, la cosa più bella che hanno, la loro amicizia, è diventata più forte. Nel finale sembra quasi vacillare, ma non sarà così. Comunque del finale parleremo dopo.
Ma arriviamo alle nostre protagoniste. Lila dimostra ancora di essere forte e indipendente. Quando si improvvisa imprenditrice comincio ad amarla ancora di più. Ha sempre dimostrato di essere una leader, ma durante la fine del terzo libro e l'inizio del quarto tira fuori la sua parte più potente e grintosa.
La mia Lenuccia, come al solito, mi fa tanta tenerezza. Mi chiedevo se con la crescita sarebbe cambiata, ma rimane sempre la solita Elena insicura. Anche se fa una miriade di cose idiote, non riesco a fare a meno di adorarla: è tanto intelligente, bella, simpatica, ammirata, con tanta potenzialità, ma non se ne accorge. Vuole sempre di più da se stessa, ma non capisce proprio che più di così non può dare. Tutti se ne sono accorti, tranne lei.
Credo che sia proprio la sua insicurezza a portarla a fare l'errore più grande, anche più grande di stare con Donato Sarratore nel secondo libro: mettersi con Nino. Da una parte ero felice, perché ho visto il suo sogno di bambina avverarsi, ma dall'altra sbattevo la testa contro il muro. E CHE CAVOLO ELENA, ANCORA NINO NO! La cosa forte è che lo sa pure che quello è un emerito imbecille, ma quando la gente è innamorata fa cose stupide. Spero di non diventare mai così.
Non dico altro per non rivelare troppo. 
Ormai i personaggi sono diventati un po' vecchi. Poi, in un posto come il rione, le tragedie bisogna 
sempre aspettarsele. Infatti, se dovessi descrivere questo quarto libro con un'immagine sarebbe così:


Ma credo che tutti ve lo immaginavate. Almeno, io me lo aspettavo.
Vorrei parlarvi del finale. Ma prima vorrei fare un piccolissima premessa: tendenzialmente non piango per le storie. Mi è capitato di farlo per i film: quando a sette anni ho visto "Un ponte per Terabithia" ho pianto come una fontana. Come tutte le ragazze, ho pianto quando ho visto "Colpa delle stelle" e "Bianca come il latte, rossa come il sangue". Quando l'altro giorno ho visto "Io prima di te" con la mia migliore amica mi sono sciolta in un fiume di lacrime.
Mi è capitato con le serie tv: l'ultima puntata di Glee e l'episodio dedicato a Cory Monteith hanno distrutto me e la mia migliore amica (sempre presente). Per Pretty Little Liars ho pianto un miliardo di volte, in particolare quando è morta Maya (Emaya for the life). Avrei pianto anche per How I Met Your Mother SE NON FOSSE CHE TED SI È MESSO CON ROBIN (meglio che sto zitta).
Tutto ciò per dire che è normale se ci immergiamo in una storia così tanto da provare gli stessi sentimenti dei protagonisti. Ma, devo dire la verità, non mi è mai capitato con i libri. Forse l'unica eccezione è "Allegiant", ma quello è un caso a parte. In genere sì, mi faccio trasportare dalla trama di un romanzo, ma non così tanto da piangere.
Durante le ultime pagine di "Storia della bambina perduta" è successo l'impensabile: sono davvero crollata. Questi romanzi mi hanno accompagnata per tutto il mese di agosto. Sentivo quasi di essere cresciuta insieme alle protagoniste, di essere cambiata. Ho letto con così tanto trasporto che Lila, Elena e tutti i personaggi del rione sono diventati degli amici, dei compagni. Pensare che a breve li avrei dovuti lasciare mi ha rattristita tantissimo. Ero molto felice del finale, perché è stata una conclusione degna della storia. Per me è stato come lasciare i personaggi di How I Met Your Mother dopo nove stagioni in 6 mesi. SE NON FOSSE PER IL FINALE (giuro che la finisco).
Tutte queste parole spese per "L'amica geniale" sono semplicemente per dirvi che questi romanzi vi segneranno. Qualsiasi cosa vi aspetterete dopo aver letto le mie recensioni non si avvicinerà neanche a ciò che è davvero questa saga. Perché vi farà ridere, piangere ed emozionare come pochi romanzi in vita vostra.
Frase preferita:

 "Per quanto ormai scrivessi e ragionassi in lungo e in largo di autonomia femminile, non sapevo fare a meno del suo corpo, della sua voce, della sua intelligenza. Fu terribile confessarmelo, ma seguitavo a volerlo, lo amavo più delle mie stesse figlie… Ero incapace di essere ‘io’ il modello di me stessa. Senza di lui non avevo più un nucleo a partire dal quale espandermi fuori dal rione e per il mondo, ero un mucchio di detriti

Considerazioni sui personaggi della saga 
Per concludere mi piacerebbe tanto riassumere cosa penso dei vari personaggi di questi romanzi, personaggi a cui mi sono affezionata davvero tanto e che mi hanno accompagnato durante la lettura di questa magica e unica storia.
Personaggio preferito: Elena Greco, ma questo dovreste già saperlo. In particolare durante l'adolescenza mi sono riconosciuta molto in lei. Nonostante l'ammiri molto, per certi aspetti vorrei diventare una persona completamente diversa.
Personaggio peggiore: Nino Sarratore. Per carità, non voglio dire che è il peggiore perché Elena Ferrante non l'ha saputo descrivere. Anzi, proprio il contrario: l'autrice ha dato perfettamente l'idea di com'è davvero questo ragazzo. Brevemente, un infame.
Personaggio secondario migliore: Alfonso Caracci. Ci ho pensato tanto (ero tentata di mettere anche Pasquale ed Enzo). Fin dall'infanzia si capiva che questo ragazzo aveva qualcosa di diverso. Nel corso della storia si rivela molto particolare. Mi è piaciuta proprio tanto l'idea di questo personaggio 
Personaggio più inutile: Gino Non Mi Ricordo Neanche Il Cognome (il figlio del farmacista). L'ho sempre detestato. Insomma, che utilità ha un personaggio così odioso? Comunque, pensandoci bene, ho capito che anche se è davvero davvero insopportabile, ha comunque molta importanza per Elena: ha fatto parte della sua vita. Elena Ferrante non lascia nulla al caso.
Personaggio più interessante:  Lila Cerullo. Non capisci mai cosa frulla nella sua testa. Tutti lo sanno che lei ha una genialità nascosta, ma lei sembra non accorgersene.

Curiosità
Ho tenuto la curiosità migliore per la fine. Fin da subito mi sono chiesta: ma chi è questa Elena Ferrante? Che faccia ha? Che vita ha?
La risposta? E chi lo sa. Non conosciamo nemmeno la sua identità. Infatti, per ragioni di privacy, ha deciso di rimanere nascosta. Ho letto questa informazione con la mia famiglia e mio padre (che come mia madre si è appassionato a questa saga) ha citato una frase di Bansky che mi piace tantissimo e che ci tengo a farvi leggere:

Non so perché le persone sono così desiderose di postare i dettagli
della loro vita in pubblico; dimenticano che
l'invisibilità è un superpotere



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