Ció che inferno non è

Ciao a tutti! Sono tornata ieri dalla Sicilia. È stata la mia prima vera vacanza con gli amici e devo dire che Milano non mi è mancata per niente. Amo la mia città ma l'atmosfera della Sicilia è stupenda. Nonostante tutto sono contenta di essere tornata con la mia famiglia.
Ieri mi è successa una cosa e grazie a questo fatto ho deciso il libro che recensirò oggi. Circa due mesi fa avevo scritto una mail ad uno dei miei scrittori preferiti, Alessandro D'Avenia, per congratularmi con lui per i suoi tre libri. Ho aspettato con ansia una sua risposta e ieri, con mia grande sorpresa, mi ha risposto. Ero felicissima, aspettavo veramente con ansia la sua risposta. Mi ha fatto molto ridere il fatto che mi ha risposto proprio mentre ero nella sua città natale, Palermo. Un'assurda coincidenza. Dopo aver letto la sua mail di risposta allora ho deciso che sul blog vi avrei parlato del suo libro che ho preferito, che si svolge proprio a Palermo. Si chiama "Ciò che inferno non è"

Trama
Federico ha diciassette anni e il cuore pieno di domande alle quali la vita non ha ancora risposto. La scuola è finita, l’estate gli si apre davanti come la sua città abbagliante e misteriosa, Palermo. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio a Oxford, Federico incontra “3P”, il prof di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Puglisi, e lui non se la prende, sorride. 3P lancia al ragazzo l’invito a dargli una mano con i bambini del suo quartiere, prima della partenza. Quando Federico attraversa il passaggio a livello che separa Brancaccio dal resto della città, ancora non sa che in quel preciso istante comincia la sua nuova vita, quella vera. La sera torna a casa senza bici, con il labbro spaccato e la sensazione di avere scoperto una realtà totalmente estranea eppure che lo riguarda da vicino. È l’intrico dei vicoli controllati da uomini che portano soprannomi come il Cacciatore, ’u Turco, Madre Natura, per i quali il solo comandamento da rispettare è quello dettato da Cosa Nostra. Ma sono anche le strade abitate da Francesco, Maria, Dario, Serena, Totò e tanti altri che non rinunciano a sperare in una vita diversa, che li porti lontano quanto il pallone quando lo si calcia fortissimo nel campetto di terra battuta. Le strade dove si muove Lucia, che ha il coraggio di guardare il mondo con occhi luminosi e di non voler fuggire, perché il solo lievito per un cambiamento possibile è nascosto tra le mani di chi apre orizzonti dove il destino prevederebbe violenza e desolazione.
Opinione
Alessandro D'Avenia ha scritto, prima di questo romanzo, altri due libri, che vorrei recensire al più presto. Gli altri due romanzi mi sono piaciuti molto, ma credo che questo libro sia superiore a tutti quanti. Lo considero veramente un capolavoro. Prima di leggere questo libro, non sapevo neanche chi fosse Pino Puglisi. Grazie a questo romanzo ho conosciuto la sua storia e ho scoperto chi è questa meravigliosa persona. Non si può considerare il libro una biografia di Puglisi perché la storia è arricchita con particolari che non fanno parte della sua vita e soprattutto perché il protagonista, come tanti potrebbero pensare, non è lui, ma Federico. Questo mi ha fatto molto piacere. Il personaggio di Federico è l'adolescente sognatore, che riesce a vedere al di là di tutto quanto. Quel tipo di ragazzo che non si trova facilmente. Il romanzo è reso ancora più bello dalle frasi di Pino Puglisi, che ti fanno sempre pensare. Come ho già detto prima, credo che "Ciò che inferno non è" sia veramente il capolavoro di D'Avenia e se avete già letto qualche suo libro e amate i suoi romanzi credetemi, vi rimarrà nel cuore.
Curiosità
Dopo aver letto "Ciò che inferno non è" volevo assolutamente conoscere Alessandro D'Avenia. Ho trovato il suo blog, che si chiama "profduepuntozero". Scrive delle cose bellissime e lì ho trovato la sua e-mail. Andate a leggerlo, è molto interessante.

Spero che la recensione vi sia piaciuta. A presto!




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