Il Colibrì, Sandro Veronesi

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un libro unico nel suo genere, diverso da tutto ciò che io abbia letto. Si tratta de "Il Colibrì" di Sandro Veronesi.


Marco Carrera è il colibrì. La sua è una vita di continue sospensioni ma anche di coincidenze fatali, di perdite atroci e amori assoluti. Non precipita mai fino in fondo: il suo è un movimento incessante per rimanere fermo, saldo, e quando questo non è possibile, per trovare il punto d'arresto della caduta - perché sopravvivere non significhi vivere di meno. Intorno a lui, Veronesi costruisce un mondo intero, in un tempo liquido che si estende dai primi anni settanta fino a un cupo futuro prossimo, quando all'improvviso splenderà il frutto della resilienza di Marco Carrera: è una bambina, si chiama Miraijin, e sarà l'uomo nuovo.

Recensione
"Il Colibrì" è uno dei romanzi più originali che io abbia mai letto in vita mia. Ogni capitolo rappresenta la tappa di un viaggio misterioso che il lettore compie attraverso questa storia così affascinante. Ciò che lo rende così speciale è il fatto di non essere catalogabile in un solo genere: passa dall'essere una storia d'amore ad un romanzo post-apocalittico, pieno di misteri e colpi di scena.
Spesso addirittura mi sembrava di trovarmi all'interno di una tragedia greca, dove la follia e il caso sono i veri protagonisti.

Il romanzo è incentrato su Marco Carrera e racconta la sua storia dall'infanzia, passata con il soprannome di "colibrì" a causa dei suoi problemi di altezza, alla vecchiaia.
Ciò che rende speciale questo libro è il modo in cui è scritto. Infatti, le vicende non sono raccontate in maniera cronologica: un capitolo si può svolgere negli anni settanta e quello dopo negli anni duemila. Inizialmente è un po' difficile da seguire, ma quando ci si prende un po' la mano e si memorizzano le vicende e gli anni la lettura è molto più affascinante. I salti temporali creano suspense e rendono la storia ancora più appassionante.

"Il Colibrì" è pieno di personaggi, tutti ben approfonditi. Ognuno di loro ha una storia particolare, interessante e originale: da Marina, la moglie impazzita del protagonista, a Irene, la sorella, uno strappo nel cuore di Carrera, Adele, la figlia che crede di avere un filo attaccato alla schiena, Luisa, l'amore di sempre, e infine la piccola Mirajin, l'uomo del futuro, uno dei più bei personaggi letterari che io conosca.
Il colibrì è un uccello che utilizza tutta la sua forza per stare fermo. Così è Marco Carrera: intorno a lui il mondo cambia e il tempo passa, ma a lui sembra non importare. Non si muove, resta esattamente nello stesso punto e quando il mondo lo abbatte, lui si rialza e ricomincia nel suo volo immobile. 

Il mondo di Marco Carrera è davvero indescrivibile: il libro narra di una serie di situazioni assurde che passano da essere divertentissime a tremendamente tragiche.
"Il Colibrì" è geniale, unico e innovativo. Scava nel profondo dei sentimenti umani, quelli più intimi e nascosti, emozionando, stupendo e soprattutto intrattenendo il lettore. È uno di quei romanzi in cui ci si butta a capofitto, da leggere tutto d'un fiato. 

Citazione preferita: 
E però, soprattutto, questo stare sempre fermi, facendo tutta quella fatica, a volte non è la cura, è la ferita. Ed ecco perché starti vicino è impossibile 


Grazie per avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!




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