Memorie di una geisha, Arthur Golden

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un incredibile romanzo che negli ultimi tempi mi ha molto appassionato. Si tratta di "Memorie di una geisha" di Arthur Golden.
Titolo originale: Memories of a Geisha


Circondate da un'aura di mistero, le geishe hanno sempre esercitato sugli occidentali un'attrazione quasi irresistibile. Ma chi sono in realtà queste donne? A tutte le domande che queste figure leggendarie suscitano, Arthur Golden ha risposto con un romanzo, profondamente documentato, che conserva tutta l'immediatezza e l'emozione di una storia vera. Che cosa significa essere una geisha lo apprendiamo così dalla voce di Sayuri che ci racconta la sua storia: l'infanzia, il rapimento, l'addestramento, la disciplina - tutte le vicende che, sullo sfondo del Giappone del '900, l'hanno condotta a diventare la geisha più famosa e ricercata. Un romanzo avvincente e toccante, coronato da uno straordinario ritratto femminile e dalla sua voce indimenticabile.

Recensione
Avete presente quando un libro vi è piaciuto talmente tanto che quando vi chiedono com'è, voi riuscite soltanto a balbettare parole confuse, perché in realtà nemmeno voi sapete esattamente cosa dire? Ecco, esattamente quello che capita SEMPRE a me. Ho finito questo libro così esaltata che faccia fatica a formulare un'opinione che non sia "wow wow wow". Vabbè, ci proverò.
Il Giappone, così come tutti i Paesi orientali, esercita da sempre una forte attrazione su noi occidentali. Credo che sia questo il motivo per cui questo romanzo ha avuto così successo: narra di un universo misterioso e lontano, di cui non sentiamo parlare tutti i giorni. L'ambientazione di Kyoto è magica e incredibile e su ciò non ci sono dubbi.
Più incredibile del Giappone è la storia delle geishe. Io non avevo la più pallida idea di cosa fosse veramente una geisha, conoscevo solo le vaghe informazioni che avevo sentito.
La geisha Sayuri ci guida in questo incredibile mondo e ogni capitolo sembra più incredibile e inverosimile: dall'infanzia alla vecchiaia, la sua è una vita di disciplina e sacrifici. La sua voce ci conduce dentro questo universo, così strano e complicato per qualcuno che non l'ha vissuto veramente. La narrazione però è così incalzante ed avvincente che dopo solo pochi capitoli sembra di conoscere le geishe da sempre. 
Alla fine, se ci si pensa, nell'incredibile mondo in cui viveva Sayuri è stata una ragazza come tutte: ha avuto amiche, rivali, ha fatto sacrifici, ha studiato e si è innamorata. Ciò che rende la sua storia così particolare è il fatto che comunque lei non era una ragazza normale: l'essere geisha l'ha perseguitata, se così si può dire, per tutta la vita. Le cerimonie, le feste, tutti gli uomini incontrati, l'hanno resa una persona diversa da ciò che poteva diventare. Ciò che mi è piaciuto veramente è stato l'accettazione di questo fatto da parte di Sayuri: all'inizio c'è un completo rifiuto della sua condizione, ma col passare del tempo sembra accettare, o quasi rassegnarsi, a quella che deve essere la sua vita.
Se c'è una cosa che ho imparato da questa storia è che la vita di una geisha è difficilissima: anche nel romanzo sembra cha Sayuri sia condannata ad un'esistenza fatta di delusioni. Non vi preoccupate, alla fine anche la nostra protagonista avrà il suo meritato lieto fine.
Ma non è solo la sua storia meravigliosa: ma anche quella di tutte le altre geishe che la circondano e le loro rivalità, amicizie e avventure che le accomunano. Alla fine della storia sentirete ognuna di loro come care amiche.
Consiglieri questo libro a tutti, da adulti a ragazzi, perché è strabiliante come un romanzo inventato, ma puro come una storia vera. Inoltre ha tutto ciò che lo rende un bestseller: dei personaggi intriganti, una storia incredibile un'ambientazione pazzesca che aggiunge solo un tocco di magia in più a un libro che è già magico di suo. 
Frase preferita: 
Al tempio c'è una poesia intitolata "la mancanza", incisa nella pietra. Ci sono tre parole, ma il poeta le ha cancellate. Non si può leggere la mancanza, solo avvertirla. 
Curiosità
Pare che Arthur Golden abbia preso ispirazione da un altro romanzo per il titolo del suo: infatti nel 1918 è uscito un libro di T.Myû con lo stesso titolo. Non avendolo letto non posso parlarne troppo, ma a quanto pare le due storie sono molto diverse.

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