Furore, John Steinbeck

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un grande classico che è diventato subito uno dei miei libri preferiti: si tratta di "Furore" di John Steinbeck.
Titolo originale: The grapes of wrath

Nell’odissea della famiglia Joad sfrattata dalla sua casa e dalla sua terra, in penosa marcia verso la California, lungo la Route 66 come migliaia e migliaia di americani, rivive la trasformazione di un’intera nazione. L’impatto amaro con la terra promessa dove la manodopera è sfruttata e mal pagata, dove ciascuno porta con sé la propria miseria “come un marchio d’infamia”.

Recensione
Recensire un classico è praticamente impossibile, perché non puoi dire "è bello, è brutto, mi è piaciuto perché..." eccetera eccetera eccetera. Un classico si commenta da solo, ha una sua storia e se è un classico vuol dire che è stato letto da generazioni e generazioni, non è il tipico romanzetto del momento.
Ci tengo davvero tanto a parlare di questo libro, perciò mi piacerebbe commentarlo in modo differente, ovvero perché un romanzo del genere potrebbe piacere ad un ragazzo della mia età secondo la mia personalissima esperienza.
Come prima cosa si potrebbe dire che i classici non muoiono mai, che è un po' quello di cui parlavo prima. Nonostante il linguaggio arcaico e le vicende un po' lontane dai nostri giorni i classici verrano sempre letti per le emozioni che trasmettono. "Furore" è proprio così: la famiglia Joad non è esattamente una famiglia moderna, ma comunque le loro vicende stanno e staranno sempre a cuore a tutti quelli che le leggono.
Un altro punto, forse quello che io ho preferito, è l'ambientazione on the road. Nella fuga dei Joad viene descritta perfettamente l'atmosfera degli USA e della Route 66, quello che noi europei riusciamo a malapena ad immaginare perché è qualcosa di così lontano e  distante. Quest'estate farò un viaggio in California e questo romanzo ha cominciato a darmi un idea di come è incredibile e magica l'atmosfera di quando si viaggia on the road.
Terzo argomento: il periodo storico. Si svolge durante la Grande Depressione, periodo di grande crisi economica. I capitoli di narrazione della storia dei Joad vengono alternati ad alcune descrizione storiche, in cui viene proprio narrata la situazione della maggior parte delle famiglie dell'epoca in una maniera pazzesca e commovente. Questa piccola parentesi storica non è per niente pesante, anzi, è molto affascinante e credo che renda la storia ancora più interessante.
Per ultimi, ma non per importanza, ci sono i personaggi. Ognuno ha qualche caratteristica che da colore al romanzo. Per esempio Tom, il personaggio principale nonché il mio preferito in assoluto, è l'anima della famiglia, mentre la madre mantiene vivo l'ottimismo quando tutto va male. Rosasharn, che adoro solo per il nome, ha la parte del peso morto che tutti si portano dietro e Al, il fratello di Tom, cerca di preoccuparsi sempre prima della famiglia che di sé stesso. Questo per dire che nessuno ha un ruolo marginale e che ognuno ha una sua importanza e una sua peculiarità che rende i Joad la incredibile e atipica famiglia che durante la lettura impariamo ad amare.
Perciò perché un ragazzo della mia età dovrebbe essere interessato ad un romanzo del genere? La ragione è più che chiara: "Furore" è uno di quei libri che a quindici, quaranta o novant'anni non smette di emozionare.
Frase preferita: 
Vedi, Tom... noi ci saremo pure quando loro non ci saranno più. Tom, noi siamo quelli che restano. Noi siamo quelli che restano. Non riusciranno a spazzarci via. Noi siamo tosti, noi andiamo avanti.
Curiosità 
La curiosità di questa recensione è dedicata più che al libro al film omonimo, uscito nel 1940, diretto da John Ford e con protagonista Henry Fonda. 
Durante le riprese il regista bandì dal set trucco e profumi, allo scopo di dare ancora più il senso di povertà e miseria.


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