Cari mostri, Stefano Benni

Ciao a tutti! Ieri era Halloween, ovvero una delle mie feste preferite (davanti c'è solo Natale). In genere faccio dolcetto o scherzetto e quelle cose lì, ma ieri sono stata a casa di un mio amico. È stato divertente, anche se mi sarebbe piaciuto uscire per vedere quante Harley Quinn c'erano in giro. Dopo Suicide Squad tutti, ma proprio TUTTI hanno deciso di fare Harley o Joker. Pensate, mi sono ritrovata mio fratello e mio cugino in casa uguali a Jared Leto e ho rischiato l'infarto.
detto ciò io mi sono distinta. Modestamente, io e la mia migliore amica, da buone fangirl, abbiamo trovato un travestimento geniale. Ebbene, ci siamo travestite da Shadowhunters (strafighi in nero dal 1234)

La runa parabatai che mi ha fattola mia migliore amica. Lei l'ha fatta perfetta, io non ci ho nemmeno provato.
Faccio schifo a disegnare.
È stato semplicemente epico. Volevamo fare Tyler Joseph e Josh Dun dei Twenty One Pilots, ma era troppo sofisticato quindi abbiamo lasciato perdere.
Ieri non era solo Halloween, ma come vi avevo già ricordato è capitato evento unico. È finalmente uscito "L'arte di essere fragili" di Alessandro D'Avenia!


Ho appena iniziato a leggerlo e già lo sto amando alla follia.
Domani alle 17.00 sarà alla Rizzoli a firmare i libri (esattamente come Veronica Roth. Coincidenze? Io non credo) e indovinate chi ci andrà? 
Sono eccitatissima anche se il pensiero di farmi ventimila ore di coda non mi entusiasma. Non vedo l'ora di raccontarvi tutto!
Ma ora parliamo del libro di oggi. Vorrei fare la recensione di "Cari mostri" di Stefano Benni.

Stefano Benni sfida il racconto di genere e apre la porta dell’orrore. Lo fa con ironia, lo fa attingendo al grottesco, lo fa tuffandosi nel comico, lo fa tastando l’angoscia, lo fa, in omaggio ai suoi maestri, rammentandoci di cosa è fatta la paura. E finisce con il consegnarci una galleria di memorabili mostri. 
E allora ecco gli adolescenti senza prospettiva o speranza, ecco il Wenge – una creatura misteriosa che semina panico e morte –, ecco il plutocrate russo che vuole sbarazzarsi di un albero secolare, ecco una Madonna che invece di piangere ride, dolcemente sfrontata, ecco il manager che vuole ridimensionare un museo egizio sfidando una mummia vendicativa.

Recensione
Partiamo dicendo che questo non è assolutamente il genere di romanzi che recensisco di solito anche perché non è un romanzo: è una serie di racconti, per la precisione 25.
Nessun racconto è collegato con gli altri e ognuno narra una storia diversa. Sono tutti racconti molto originali, di quelli che quando li finisci ti lasciano un senso di piacere unico, ma anche un po' di ansia perché questi sono comunque racconti di paura.
I mostri di Benni sono particolari perché in certi racconti sono creature mistiche, in altri il mostro è ciò che può fare l'essere umano. Si passa a storie come quella del Welge al racconto di due adolescenti che devono andare ad un concerto (io non vi anticipo nulla, però quella storia mi è piaciuta particolarmente). 
Ho deciso di fare questa recensione proprio ora perché sto guardando una serie che mi ha ricordato questo libro. Si chiama Black Mirror (la trovate su Netflix) e brevemente in ogni puntata si vede come l'uso sconsiderato della tecnologia può rovinare le persone. Ogni puntata ha una storia diversa e credetemi, sono davvero terrificanti. Mi sono ritrovata a ripensare a questo libro e a confrontarlo con la serie, perché in un certo senso Benni racconta come le persone possono distruggersi anche da sole. Black Mirror parla della tecnologia mentre "Cari mostri" ha molti più argomenti. L'uso della tecnologia è far questi, ma non è sicuramente il tema principale. 
Non saprei dirvi qual'è la mia storia preferita, perciò vi racconto brevemente la trama di tre.
N.2: Numeri
In questo racconto un uomo scopre che tutta la tecnologia ha smesso di funzionare: computer, telefono, carta di credito eccetera. Soltanto alla fine capirà cosa comporta questo per lui.
È difficilissimo raccontare questa storia senza spoiler, perché è molto corta. tra l'altro è pure al più strana. È uno di quei racconti in cui non capisci niente, ma ti dici:"Massi, alla fine mi spiegheranno tutto". E ovviamente, non ti spiegano niente. Forse è anche per questo che è così bella
N.5: Hansel@Gretel.com
I protagonisti sono Hansel e Gretel, due bambini ingordi che il padre non può permettersi di nutrire e che perciò abbandona nel bosco. Anche in questo caso, come nella celeberrima storia, una strega lì rapisce, ma per fini completamente diversi...
Questo racconto mi è piaciuto particolarmente proprio per i riferimenti alla fiaba di Hansel e Gretel. Se c'è una cosa che Stefano Benni sa fare particolarmente bene è rendere le storie particolari e originali.
N.6: Il mercante
Un venditore di armi si accorge che il suo business è in perdita e quando gli viene spiegato il motivo rimane senza parole...
Se la prima storia era corta questa lo è ancora di più. Non mi ricordo esattamente quante pagine ci sono, ma credo che sia forse la meno estesa. Non per questo però non è bella come le altre. Con poche parole riesce a colpirti e a lasciare un segno.
Ognuno di questi piccoli e particolari racconti lascia un significato importante. Ogni invenzione di Benni, come al solito, è geniale e quando credi che non può più fare di meglio si supera sempre. È proprio per questo che, come le ciliegie, un racconto tira l'altro e non si può più fare a meno di leggere.

Curiosità
Nella nona storia (Voodoo Child) c'è un riferimento ad una celebrità che se ci si ragiona si capisce subito, se non si coglie quasi alla fine. Quando me ne sono accorta mi si è accapponata la pelle. Vi sfido a capire di chi parla il racconto.

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