L'arte di ascoltare i battiti del cuore
Ciao a tutti! Credo che il mese di aprile sia il periodo più difficile per tutti gli studenti. Sei estremamente stanco per tutto il lavoro che hai fatto durante l'anno e quando finalmente comici a fare il conteggio dei giorni che mancano e sperare che la tortura finisca, a quei poveracci di terza media (e non solo a loro) si para davanti una brutta bestia chiamata esame che oscura tutti i tuoi sogni di libertà. Non parlo solo delle medie, ma io sono in terza e quindi mi concentro principalmente su questo.
Inizialmente non mi preoccupavo troppo dell'esame. I miei amici più grandi mi dicevano che era una cavolata e che non dovevo preoccuparmi. Adesso però tutti i professori stanno cominciando a fare terrorismo su quanto l'esame è difficile ed essendo molto ansiosa comincio ad avere paura.
Non dovrei, ma sono fatta così. Prima mi dico che non devo assolutamente preoccuparmi perché andrà bene,e ho sempre studiato, e il secondo dopo sono con la calcolatrice in mano a calcolare quanto devo prendere in ogni singola prova per uscire col nove. Avere nove non è più un obbiettivo, ormai è una questione di principio (a volte mi stupisco di quanto possa essere secchiona).
Non vi annoio più con le mie chiacchiere. Forse mi dilungo un po', ma mi piace raccontare anche un po' di me.
Oggi vorrei parlarvi di un libro un po' diverso da tutti quelli che ho recensito finora. È molto più poetico e mi ha veramente colpita. Si chiama "L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker.
Inizialmente non mi preoccupavo troppo dell'esame. I miei amici più grandi mi dicevano che era una cavolata e che non dovevo preoccuparmi. Adesso però tutti i professori stanno cominciando a fare terrorismo su quanto l'esame è difficile ed essendo molto ansiosa comincio ad avere paura.
Non dovrei, ma sono fatta così. Prima mi dico che non devo assolutamente preoccuparmi perché andrà bene,e ho sempre studiato, e il secondo dopo sono con la calcolatrice in mano a calcolare quanto devo prendere in ogni singola prova per uscire col nove. Avere nove non è più un obbiettivo, ormai è una questione di principio (a volte mi stupisco di quanto possa essere secchiona).
Non vi annoio più con le mie chiacchiere. Forse mi dilungo un po', ma mi piace raccontare anche un po' di me.
Oggi vorrei parlarvi di un libro un po' diverso da tutti quelli che ho recensito finora. È molto più poetico e mi ha veramente colpita. Si chiama "L'arte di ascoltare i battiti del cuore" di Jan-Philipp Sendker.
Trama
A Kalaw, una tranquilla città annidata tra le montagne birmane, vi è una piccola casa da tè dall'aspetto modesto, che un ricco viaggiatore occidentale non esiterebbe a giudicare miserabile. Il caldo poi è soffocante, così come gli sguardi degli avventori che scrutano ogni volto a loro poco familiare con fare indagatorio. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito ineludibile non la trattenesse lì, in quella piccola sala da tè birmana. Suo padre è scomparso. La polizia ha fatto le sue indagini e tratto le sue conclusioni. Tin Win, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano nel 1959 e poi avvocato newyorchese di grido... un uomo sicuramente dalla doppia vita se le sue tracce si perdono nella capitale del vizio, a Bangkok. L'atroce sospetto che una simile ricostruzione della vita di suo padre potesse in qualche modo corrispondere al vero si è fatto strada nella mente e nel cuore di Julia fino al giorno in cui sua madre, riordinando la soffitta, non ha trovato una lettera di suo padre. La lettera era indirizzata a una certa Mi Mi residente a Kalaw, in Birmania, e cominciava con queste struggenti parole: "Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l'ultima volta".
Opinione
Io sono un amante dei titoli d'effetto, quindi potete capire perché ho deciso di leggere questo romanzo. È tutto un mistero e per capirlo veramente bisogna leggerlo con attenzione pagina per pagina.
Non è assolutamente una di quelle storie d'amore del genre "non possiamo più vederci ma ti amerò per sempre" perché sono ridicole. Certo, parla di una storia d'amore, ma non è assolutamente banale o ridicola. Non voglio fare spoiler, quindi non vi dico il perché.
Come sempre, io nei libri mi concentro sui personaggi. Mi sono piaciuti tutti, ma mi ha particolarmente toccato la madre di Julia, di cui non credo venga detto il nome. È un po' insignificante come personaggio, ma l'immagine di questa donna convinta di amare un uomo che in realtà non era come pensava mi ha un po' rattristata.
Mi è piaciuto molto anche il protagonista, Tin, perché superficialmente è un persona comune, ma studiando bene il suo carattere appaiono sfumature interessanti. Viene descritto dalla figlia come una persona semplice e un po' banale, ma poi lei capisce che non conosceva per niente suo padre, perché aveva una personalità nascosta e totalmente diversa.
Non mi va di dirvi altro sulla trama perché è un libro che va scoperto piano piano.
Se all'inizio non lo capite, non vi preoccupate: andando avanti diventa sempre più comprensibile.
Curiosità
Vorrei concludere facendovi vedere che razza di posto è Kalaw, il luogo dove viene ambientato il libro. Me lo immaginavo molto bello, ma non così tanto...
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