Classici: I miserabili, Victor Hugo

Ciao a tutti! È da un po' che ero assente e quindi, dopo una vita, mi è venuta voglia di mettermi davanti al computer e scrivere, semplicemente scrivere. Inoltre lunedì parto per due settimane, spero di riuscire a programmare una/due recensioni.
Comunque, ero un po' presa dalle mie cose e non mi andava di sforzarmi per trovare idee e novità, perciò oggi ho deciso di parlare di qualcosa che ormai conosco alla perfezione. Quindi, ecco a voi la mia recensione, o meglio, la mia opinione, sul più bel libro che io abbia mai letto: "I miserabili" di Victor Hugo.
Titolo originale: Les Misérables


In questo grande romanzo, tra i più importanti della letteratura francese, Victor Hugo riversa gran parte della sua esperienza umana e sociale, per costruire una storia di fatica, esilio, amore e povertà. Un'epopea della miseria e un imponente affresco d'epoca che, nella Parigi dell'800, vede protagonisti alcuni indimenticabili personaggi, come Jean Valjean, la solare Cosette, Fantine, il cupo ispettore Javert: anti-eroi ricchi di luci e ombre, capaci di gesti scellerati ma anche di azioni generose e commoventi. Una storia dal ritmo incalzante, magistrale e irripetibile per l'autenticità delle emozioni e per la complessità della trama narrativa.


Recensione
Mi piacerebbe molto strutturare questo post come avevo fatto con "Furore": parlando di ciò che potrebbe appassionare un ragazzo della mia età. I miei coetanei non ci credono, ma "I miserabili" di cose interessanti ne ha a bizzeffe.
Partirei dal fatto che il periodo storico è assolutamente magico:  siamo dopo il regno di Napoleone e le idee politiche sono differenti. In questo ambiente instabile troviamo un numero immenso di poveri e di disperati, fra le strade a chiedere l'elemosina. Il tutto si svolge in piccoli paesini francesi e questo dice tutto: l'ambientazione sarà sicuramente poetica e affascinante.
In questi luoghi troviamo una serie di personaggi incredibilmente dettagliati. È una di quelle situazioni in cui dire quale protagonista preferiamo è impossibile: io li ho amati tutti, dal primo all'ultimo.
Diciamo che il protagonista iniziale è Jean Valjean, un ex galeotto uscito di prigione che cerca di costruirsi una nuova vita. In seguito troviamo Fantine, giovane madre pronta a tutto per garantire la felicità di sua figlia, Cosette. C'è Marius, giovane rivoluzionario seguito dal suo gruppo di amici (fra cui il piccolo Gavroche),  Javert, severo poliziotto dedito alla giustizia, e i Thénardier, famiglia di truffatori in cui bisogna citare Eponine, fondamentale per la storia. Nominerei anche il vescovo Myriel, ma di lui parlerò più avanti.
Tutte le vicende di questi personaggi si incrociano in una bellissima storia. Leggendo non c'è ne si rende conto, ma ad un certo punto storie che non sembrano neanche simili si incontrano in una maniera stupefacente. Questo è ciò che rende piacevole la lettura: scoprire piano piano il destino dei protagonisti a cui ci si affeziona e vederli conoscersi.
"I Miserabili" inoltre parla di amore vero, amore puro. Mi capita ormai di commuovermi con i libri, ma mi capita quando accade qualcosa di particolare, di memorabile. In questo caso non è stato niente di tutto ciò ad emozionarmi (vabbè all'ultima pagina mi è scesa la lacrimuccia, ma questa è un'altra storia): è stata la storia d'amore di Marius e Cosette, la più bella che io abbia mai letto. Il loro è nato come un rapporto platonico, ma nel corso degli ultimi libri vediamo la loro storia evolversi e diventare grandiosa. Quando ho letto le lettere di Marius (che sono la parte più bella del romanzo) o i suoi pensieri su Cosette sono rimasta a bocca aperta: è tutto ciò che una persona desidera, o meglio, che io desidero da una storia d'amore. Purtroppo non vivo nel diciannovesimo secolo e al posto delle lettere posso ricevere un messaggio su whats app, ma comunque la loro relazione mi ha fatto desiderare qualcosa di spettacolare. Al diavolo After, questo è vero amore!
Sono trattate tantissime altre importanti tematiche: la povertà, la giustizia, la ribellione, la solitudine, la fatica e la speranza sono solo alcuni degli argomenti su cui Hugo si sofferma. Può sembrare palloso, ma in realtà è solo molto più affascinante. I libri con importanti tematiche sono tosti da leggere, ma se sono scritti in modo fluido e piacevole non è solo formativo, ma la lettura diventa anche interessante.
Piccola precisazione che non ho fatto ma che va assolutamente detta: il romanzo ha millecinquecento pagine. Io l'ho letto diviso in due parti, ognuna di settecento pagine, e ci ho messo poco più di un mese. Non è lunga la storia di persè, ma è molto descrittivo. Sul vescovo di Digne (Myriel) Hugo scrive sessanta pagine e questo personaggio è completamente secondario. Ancora ci sono una cinquantina di pagine (o più) che parlano di un dialetto francese di cui nemmeno ricordo il nome. Comunque è questo il bello. È meraviglioso osservare ogni dettaglio, soffermarsi su ogni parola. La descrizione così dettagliata è solo un tocco di magia in più ad un classico, il libro che rimarrà nel mio cuore, che mai morirà.
Frase preferita:


(come si fa a scegliere una sola frase in un libro che è un capolavoro assoluto? Io ho fatto del mio meglio, sempre sentendomi in colpa per non aver scritto altre citazioni)


Questo libro è un dramma nel quale l'infinito è il primo protagonista. L'uomo è il secondo


Il film
In realtà è più giusto dire i film: sono tantissimi, tra cui il famoso musical degli anni 80. Io vorrei parlare della trasposizione più nuova del musical, quella del 2012 di Tom Hooper.
Questa è in assoluto una delle mie pellicole preferite. Credo che il mondo si divida fra quelli che adorano i musical e quelli che non sopportano i musical: io sono fra i primi. Mi piace tutto di questo genere di film: le canzoni, le ambientazioni, il fatto che anche quando tutto sembra brutto è bellissimo lo stesso. Ve lo dice una che La la land l'ha visto dieci volte e che sa a memoria tutte le canzoni di Chicago. Ovviamente, non ho potuto fare a mano di amare anche questo musical.
Ovviamente troverete delle differenze, ma mi sembra anche inutile dirlo. Non si può fare una trasposizione pagina per pagina di un romanzo così lungo.
Altro punto forte: il cast. E qui arriva il meglio.
Innanzitutto, il protagonista principale, Jean Valjean, è interpretato da Hugh Jackman, che secondo me è stato incredibile. A contrastarlo troviamo Javert, che è Russell Crowe. Che lui sapesse cantare proprio non ne ero a conoscenza.  Comunque, a mio parere entrambi straordinari.


Hugh Jackman nel ruolo di Valjean
Russell Crowe nel ruolo di Javert
Fantine, la giovane madre disperata in cerca di soldi per la figlia, è interpretata da Anne Hathaway, che per questo ruolo ha vinto l'Oscar. In confronto agli altri lei appare pochissimo ed è comunque riuscita a vincere. Ciò fa capire quanto sia meravigliosa, cosa di cui io anche prima di vedere il film non avevo dubbi.
Anne Hathaway in una delle scene in cui ancora sembrava sana 
La piccola Cosette è la giovane attrice Isabelle Allen, mentre quando cresce viene interpretata da Amanda Seyfried, che a me è piaciuta meno del resto del cast. Non dico che la sua interpretazione sia carente, ma solo che è stata un po' coperta dalla bravura degli altri.


I Thènardier sono interpretati da nientemeno che Helena Bonham Carter e Sacha Baron Cohen, anche loro fenomenali. La figlia Eponine è invece Samantha Barks, che ci regala una bellissima interpretazione di On my own.

Arriviamo al gruppo dei rivoluzionari, tra cui spicca il piccolo Gavroche, troppo bello per esistere e interpretato da Daniel Huttlestone. 


E adesso, eccoci al punto più importante: Marius, il personaggio di cui mi sono innamorata sia nel film che nel romanzo. È interpretato da... Eddie Redmayne!


Non posso vedere la faccia di chi mi legge ma suppongo sia più o meno questa. Capisco che ormai ogni volta che scrivo il nome di Eddie Redmayne viene voglia di distruggere il computer, ma vi giuro che questa volta non esagero... ci provo.
EDDIE SA PURE CANTARE! E TRA L'ALTRO CANTA BENISSIMO! Questa scoperta al tempo mi aveva scioccato tantissimo e credo di aver rivisto a ripetizione tutti i suoi assoli. Inoltre ho sognato di essere la Seyfried, perché dai, se Eddie Redamyne ti canta canzoni d'amore anche se solo in un film io sarei contenta. A parte la mia ossessione quasi assurda, Eddie dimostra sempre un'incredibile bravura.


Amanda, facciamo cambio?

Con un cast del genere, una regia pazzesca e una sceneggiatura incredibile, non potrete fare a meno di non innamorarvi di questo magico musical.

Curiosità

Forse questo fatto sarà già noto, ma quando l'ho scoperto mi ha colpito molto, così ho deciso di condividerlo. Questo quadro, La libertà che guida il popolo di Eugene Delacroix (1830), si pensa sia stato d'ispirazione per un personaggio di Hugo. Infatti a destra possiamo vedere un ragazzino che impugna la pistola e che potrebbe essere stato d'ispirazione per il personaggio di Gravroche.


Grazie per avermi seguito anche oggi e alla prossima recensione!



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