Open, Andre Agassi

Ciao a tutti! Oggi vi vorrei parlare della biografia che ha avuto più successo nell'ultimo decennio. Ha fatto molto scalpore e se ne è parlato tantissimo: si tratta di "Open" di Andre Agassi.
Titolo originale: Open



Costretto ad allenarsi sin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua incredibile carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.


Recensione
Chi mi conosce bene sa che non sono una grande sportiva: so nuotare e sciare, per il resto sono totalmente negata. A parte per qualche disciplina alle Olimpiadi, non mi piace nemmeno guardare lo sport. Uno dei pochi che riesco a seguire abbastanza è proprio il tennis. Sarà che in famiglia sono tutti appassionati (mio fratello gioca da sempre), ma anche se sono molto scarsa quando gioco, è fra gli unici sport che non mi annoia. Fra i miei più grandi idoli ci sono Serena Williams e Billie Jean King e mio papà mi ha istruita bene sulla storia del tennis. 
Per questo motivo pensavo di essere avvantaggiata leggendo "Open": conoscevo già abbastanza Agassi e i tennisti più famosi con cui ha giocato. Solo dopo averlo finito mi sono resa conto che non è una semplice biografia su un tennista: è un libro molto più profondo, perfetto anche per chi non sa nulla di tennis

Mi piace molto leggere le autobiografie, sia di personaggi che mi piacciono che di gente che nono conosco:  hanno uno stile tutto loro, approfondito e molto dettagliato. Di tutte quelle che ho letto, "Open" è la più particolare: oltre a sembrare quasi una storia inventata, è più appassionante e avvincente. Dopo le prime pagine diventa impossibile staccarsi. Mi era già capitato di sentirmi coinvolta da altre biografie, come quella di Malala, Waris Dirie e Jane Hawking, ma questa è totalmente diversa. Lo dimostra anche  il fatto che sia uno dei libri più famosi e letti dell'ultimo decennio.


Sicuramente ciò che rende "Open" così interessante è il fatto che la vita di Andre Agassi sia così particolare e travagliata. Già il fatto che il libro su uno dei più famosi tennisti al mondo che parte con "Io odio il tennis", invoglia sicuramente a leggerlo, giusto per capire cosa vuol dire questa affermazione così forte. Certa gente partirà sicuramente dicendo "Massi, dirà così per dire, semplicemente perché dopo ogni sconfitta il tennis sembrava frustrante. Agassi non lo può davvero odiare". Agassi invece odiava davvero lo sport che praticava: è stato costretto sin da piccolo dal padre ad allenarsi duramente. Sempre sotto la sua pressione, ha dovuto lasciare la sua città, la sua famiglia e gli studi per diventare "il più grande campione di sempre". La sua è sicuramente stata una vita segnata dal dolore e dalla frustrazione: ad un certo punto, non poteva più fare altro oltre che giocare.  
Come si fa a vivere basando la propria intera esistenza giocando ininterrottamente ad un gioco che si detesta enormemente? È la domanda che ci si pone durante tutta la lettura, lascio a voi il piacere di trovare la risposta. 

Come dicevo nel primo paragrafo, "Open" non è solo il racconto della vita di un tennista: ha un significato più profondo e importante. L'ho considerato come un'attenta analisi delle emozioni umane: è la storia di come si può vivere una vita già segnata da qualcun altro cercando di trovare costantemente il bello, dandosi sempre da fare e sfruttando le proprie capacità al massimo. Durante la lettura troverete tanto dolore e tristezza, ma pensate sempre che comunque Agassi è riuscito a prendere questa esistenza già programmata e a farne qualcosa di sorprendente. La sua biografia ci ricorda che nonostante tutti gli errori commessi e i passi falsi fatti, c'è sempre qualcosa che si può fare al meglio. 

Citazione preferita: 


"Il tennis è uno sport così maledettamente solitario. Soltanto i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Perfino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire. Nel tennis sei faccia a faccia con il nemico, scambi colpi con lui, ma non lo tocchi mai, né parli a lui o a qualcun altro. Il regolamento vieta perfino che un tennista parli col proprio allenatore mentre è in campo."

Andre Agassi dopo la vittoria del suo primo Slam a Wimbledon nel 1992


Curiosità  
Nel 2015, circa 5 anni dopo l'uscita di "Open", Mike Agassi, padre di Andre, ha deciso di scrivere anche lui una biografia in collaborazione con Dominic Corbello, chiamata "Indoor". Ha dichiarato che l'idea del libro è partita nel 2004, perciò nonostante il  nome ambiguo, non vuole essere una risposta allo scritto del figlio. Inoltre, nella stessa intervista ha detto che se tornasse indietro si comporterebbe comunque da tiranno, perché secondo lui è merito suo se Andre Agassi è diventato quello che è ora. Qui il link dell'intervista 

Mike e Andre Agassi 
Copertina italiana di "Indoor"

Grazie per avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!








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