Non ditelo allo scrittore, Alice Basso

Ciao a tutti! Oggi i parlerò di un'autrice diventata ormai una presenza fissa su questo blog. Il suo romanzo d'esordio (L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome) è stato uno dei primi che ho recensito. Sto parlando di Alice Basso e il libro di oggi è "Non ditelo allo scrittore".



 A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c’è nella testa delle persone. Una empatia innata che Vani mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno. Una capacità speciale che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può trovarlo, seguendo il suo intuito che non l’abbandona mai. Solo lei può farlo uscire dall’ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l’unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun’altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l’abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica.

Recensione
Comincio a pensare di essere stupida.
Mi spiego meglio.
Quando è uscito il secondo romanzo della saga (Scrivere è un mestiere pericoloso) sono stata colta di sorpresa. Già Alice Basso non è una che pubblicizza molto, poi io vivo fra le nuvole e quindi non ne sapevo niente.
Ho aspettato UNA VITA per questo romanzo. Vi giuro, ho provato a cercare in ogni libreria (ma non mi è venuto in mente di controllare su internet, un applauso a me).
Lo trovo due giorni fa e scopro che è uscito a maggio
A MAGGIO
Tralasciamo questo argomento che se no comincio a preoccuparmi seriamente.
Come dicevo, ho aspettato tanto l'arrivo di questo terzo capitolo per vari motivi. Se conoscete bene come me la saga li capirete perfettamente. Questi sono:
  • Vani in generale: è la mia guida spirituale. Per fare una citazione che a lei piacerebbe, è un po' il mio Gesù personale
  • Le sue capacità fantastiche da ghostwriter
  • I casi della polizia che deve risolvere
  • Vederla picchiare Riccardo: lo aspetto da due libri
  • Il commissario Berganza e ho detto tutto
Alla fine i romanzi di Alice Basso si svolgono tutti nello stesso modo: Vani deve lavorare per la casa editrice e risolvere un caso con Berganza. Nel mentre ci insegna perle di saggezza e Riccardo fa qualche cretinata. Può sembrare banale, ma non lo è per niente. 
Innanzitutto la narrazione, fatta i  prima persona dalla protagonista, è perfetta: esilarante, originale e drammatica al punto giusto. Il cinismo di Vani è divertentissimo e ogni tanto dice delle frasi che si potrebbero spacciare come mantra di vita.
A ciò si unisce il giallo: infatti tutti i casi risolti dalla protagonista sono sempre complicati, intricati e molto misteriosi. I fan degli enigmi lo adoreranno, Vani e il commissario sembrano Sherlock e Watson (non si capisce bene chi è chi, ogni tanto si scambiano i ruoli).
Il tutto è pieno di particolari molto dettagliati. Come nelle serie televisive ci sono diverse storyline: l'amicizia con la giovane Morgana, il pentimento di Riccardo, le discussioni con la sorella Lara, il caso del ghostwriter nascosto e infine la particolare relazione con Berganza, che vede sostenitori di fama mondiale tra cui la sottoscritta. Inoltre Alice Basso ha voluto aggiungere anche un altro particolare che io personalmente ho apprezzato tantissimo: i flashback sull'adolescenza di Vani.
Già negli altri libri erano presenti capitoli in cui vedevano una giovane Silvana Sarca relazionarsi col mondo: in questo caso, per mia gioia, ne sono stati aggiunti molti di più. La nostra protagonista è diversa da tutte le altre e quindi scavare nel suo passato per me è bellissimo.
Su Vani soffermiamoci dopo, perché c'è tanto da dire. Parliamo di un altro grande punto di forza di questo romanzo: i personaggi secondari. Chiamarli così è un eufemismo, perché l'autrice descrive ognuno di loro come se fosse il personaggio principale del libro.
Tralasciamo quel verme di Riccardo e parliamo del vero protagonista maschile della storia: il commissario Berganza. Sembra uscito fuori da quei romanzi noir in cui i detective portano l'impermeabile e non hanno paura di nulla. Finalmente anche lui prende un po' più importanza: non che non fosse già importante, ma comunque vediamo un aspetto diverso, un aspetto più umano. Mi è piaciuta la sua crescita personale.
Morgana e la sua amica Laura sono esilaranti, bellissime. Credo che diano un tocco di colore al libro e sicuramente Alice Basso le ha aggiunte per questo.
Per finire, ho adorato il fatto che Irma, protagonista del romanzo precedente, non sia stata dimenticata. Meritava di restare con noi lettori ancora un po' e la scrittrice l'ha capito.
Ci sarebbero tanti altri personaggi di cui parlare, ma io voglio arrivare alla vera star del romanzo, mio idolo personale: vi assicuro che mi sono pentita troppo di non averla inserita nella lista delle mie 20 protagoniste femminili preferite (ma prima o poi la aggiornerò e rimedierò al mio errore).  Sto parlando di Vani Sarca.
Vani è strana, cinica, complicata, un po' inquietante e di un'intelligenza mostruosa. In una società in cui tutti devono essere carini e simpatici, modi Black Mirror, lei è un pesce fuor d'acqua e chi mi legge con frequenza sa che io ho un debole per i pesci fuor d'acqua.
Mi è sempre piaciuta, ma dopo questo romanzo in particolare ho cominciato ad idolatrarla. La verità è che, prendete le mie parole con le pinze, certe volte (ultimamente la maggior parte) vorrei proprio essere come lei: è così lontana dal mondo che non soffre. Non mi sembra nemmeno una persona triste, anzi, il contrario. Pagherei oro per avere le sue capacità e riuscire a fare il suo lavoro e inoltre pensiamo spesso le stesse cose. Vorrei che esistesse e se ci fosse davvero una come lei, vorrei trovarla. Ovviamente non siamo uguali, io mi considero un po' più solare, ma certe esperienze raccontate negli amati flashback sono molto simili a cose avvenute a me. 
Tutto ciò per farvi capire quanto quest'autrice sia riuscita a farmi entrare nel cuore Vani e, leggendo altre recensioni, ho capito di non essere la sola.
Sono giunta alla conclusione che Alice Basso non sia capace di scrivere un libro brutto. Magari quando abbandonerà la saga non avrà più questo successo, ma rimango sempre dell'idea che abbia grandi capacità. Insomma, su tre libri non è ha sbagliato uno: non è facilissimo. Il suo stile narrativo è coinvolgente, perciò credo che chiunque sia appassionato di lettura come me amerà leggere di Vani e delle sue straordinarie vicissitudini. 
Frase preferita: 
Okay, Dio, credo sia venuto i momento che io e te scambiamo due parole.Tu sai che non sono molto religiosa. Be', si che lo sai. Le uniche volte che ci siamo incontrati stato quando è capitato che leggessimo insieme Flannery O'Connor o ascoltassimo la stessa musica, un certo repertorio gospel e country-rock, ma se è per quello sono stata altrettante volte a casa del tuo concorrente Belzebù a sentire l'hard rock e il blues, quindi. Non mi sono mai piaciuti i tuoi amici mediamente troppo festosi e  chiassosi per i miei gusti, e dediti ad attività di gruppo che tu sai quanto mi facciano schifo. Ho sempre avuto da ridire rispetto ad una serie di tue scelte, da quella scomoda ma tutto sommato vecchia faccenda di Isacco al tua attuale palese disinteresse verso le disgrazie terrene, nonché riguardo alla discutibile inclinazione della madre di tuo figlio di a manifestarsi sempre e soltanto a contadine e pastorelle.

Curiosità
Alice Basso ha dichiarato in un'intervista di aver intenzione di scrivere cinque libri su Vani Sarca. 
Ci aspettano altri due romanzi, io non vedo l'ora, anche se so che la mia eroina mi mancherà terribilmente.


Grazie per avermi seguito anche oggi e alla prossima recensione!  
 


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