Classici: Il Grande Gatsby, Francis Scott Fitzgerald

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un altro classico della letteratura, in questo caso di quella americana. Si tratta de "Il Grande Gatsby" di Francis S. Fitzgerald.
Titolo originale: The Great Gatsby


Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell’estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi freneticamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino colpisce Nick in modo particolare: si tratta del misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e in un amore insensato per la cugina di Nick, Daisy…Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità.

Recensione
Come al solito vorrei parlarvi di questo romanzo concentrandomi sul perché un ragazzo della mia età dovrebbe leggerlo, sempre tenendo conto che un classico è un classico e, nonostante il parere personale, rimane pezzo integrale della nostra storia.
Partiamo da ciò che io personalmente ho più amato nella storia: il momento storico. "Il Grande Gatsby" si svolge nel 1920 e non avrei pensato ad epoca più perfetta per un libro del genere. Partendo dal linguaggio fino alle feste, le luci, la musica e gli abiti, tutto è affascinante e magico. Mi sono sentita un po' come Owen Wilson in "Midnight in Paris" (film troppo sottovalutato per la sua bellezza): avrei voluto essere nata lì.
D'altra parte l'ho trovato molto affascinante perché parte del romanzo racconta proprio come la gente fosse attratta, quasi dipendente, da questo lusso. Ma soprattutto come allo stesso Gatsby alla fine non importasse niente. Per lui tutto aveva una sola finalità: Daisy, l'amore della sua vita.
Ed è proprio l'amore il mio secondo punto. Ormai mi conoscete, fingo ma sono una romanticona. Jay Gatsby è figo figo, Daisy è (come trovare un sinonimo non volgare) una carogna, ma io li amavo lo stesso. Lui mi sembrava troppo innamorato, con la sua fissa per la luce sul pontile e le feste solo per lei. La loro è una storia d'amore particolare, quasi platonica. Ho adorato che fosse così originale, così diversa da quelle che si trovano nei romanzi, non solo odierni, ma anche dell'epoca. Mi stufo facilmente di quello che leggo e rileggo e per me trovare una relazione così diversa è stato molto interessante. 
Ciò che rende questo racconto d'amore ancora più bello è la narrazione di Nick. Fa un po' ridere il fatto che sia sempre il terzo incomodo ovunque si trovi: con Gatsby e Daisy, con Tom e Myrtle (in particolare nella prima esilarante scena dei due).
Mi è piaciuto molto la visione del carattere di Gatsby contrapposto a quello di Nick. Il primo sembra eccentrico e sfrenato e il secondo molto più tranquillo e semplice. Ovviamente, come insegnano i libri, le cose non stanno mai come sembrano. Comunque l'evoluzione di Jay vista dagli occhi di Nick è una delle parti più affascinanti della storia.
Fondamentale è il fatto di avere una trama così intrecciata e fitta il punto forte della storia. Insomma, possiamo tutti dire che in fondo la storia sembra un po' banale (all'inizio). Fitzgerald però ha voluto creare una serie di avvenimenti a catena che si intrecciano tutti tra loro e all'inizio sembra tutto incomprensibile, mentre in realtà è questo che rende la trama originale. Inoltre è tutto infarcito da tantissimi dialoghi, simboli e metafore. Ripeto, nelle prime pagine si crea un po' di comprensione, ma andando avanti ci si abitua a questo stile narrativo così affascinante.
Come ultimo punto, secondo me il più importante, è ciò che Gatsby e gli altri personaggi rappresentano
Immaginiamo di dover scrivere un tema sul romanzo e sugli argomenti trattati. Per rendere il testo un po' più interessante io, come sicuramente anche altri, scriverei probabilmente degli insegnamenti dei personaggi e cosa rappresentano.
Gatsby lotta tutta la vita per ciò che desidera. Fin dall'inizio ci viene detto che lui punta in alto e lo ha sempre fatto. Quando conosce Daisy, però, tutto perde importanza. Lei è l'unica e sola cosa che conta. 
Lo troviamo all'inizio del libro come un personaggio misterioso e strano. In realtà capiamo subito che è solo: infatti la solitudine viene presentata come tematica principale del libro.
Per Jay tutto quello che ha sembra non avere importanza: come già abbiamo sottolineato Daisy è tutto ciò che conta. Lo vediamo estraneo a tutto il lusso e la ricchezza che lo circonda.
Parlando del lusso, torniamo a ciò che dicevamo prima: Fitzgerald parla di un epoca in cui tutti ne sono attratti. Sembra molto importante partecipare agli eventi di Gatsby, molto alla moda. In realtà le feste e tutti i loro partecipanti sono un altro esempio della solitudine descritta dall'autore. Viene subito specificato che nessuno parla con gli altri, le persone non conoscono neanche il nome di chi gli sta attorno. Gatsby e i suoi ospiti sono solo una metafora usata da Fitzgerald per dirci che si può essere soli anche quando ci si trova in una stanza piena di gente.
Daisy e Tom sono l'esempio dell'indifferenza. Il carattere (come trovare un altro sinonimo poco volgare) infame della ragazza appare dopo, ma Tom è descritto fin da subito come uno sfruttatore e superficiale, poco attento a chi gli sta intorno.
Infine, sempre collegato ai due personaggi precedenti, per tutto il romanzo possiamo trovare esempi di come il denaro rovini e distrugga i rapporti e l'onestà di ogni uomo. Tutto ciò viene riconosciuto da Nick, che in vita sua non si è mai reso conto di esserne circondato e che, improvvisamente, ne viene sommerso.
Ormai lo dico sempre, ma se i classici davvero non muoiono mai, la magia de "Il Grande Gatsby" vivrà per sempre.
Frase preferita:
“Uno di quei rari sorrisi dotati di eterna rassicurazione, che s’incontrano quattro o cinque volte nella vita. Fronteggiava – o sembrava fronteggiare – l’intero mondo esteriore per un istante, e poi si concentrava su di te con un irresistibile pregiudizio a tuo favore.” 

Il Film
La versione più recente della pellicola omonima è uscita nel 2013 ed è diretta da Baz Luhrman.


Sono in pochi a pensarla come me, ma io ho amato alla follia la trasposizione cinematografica. 
Innanzitutto ho apprezzato il fatto che sia molto simile al romanzo. Hanno tagliato pochissime parti del romanzo e questo ad una lettrice accanita come me fa sempre piacere.
I colori e le luci che mi sono piaciuti nel libro sono stati triplicati in una esplosione di energia. Assolutamente bellissimo.


La trama è scorrevole, anche grazie al fantastico cast che compone il film, ma andiamo un po' alla volta.

Il ruolo di Nick è interpretato da torei McGuire, che per me che sono una persona banale rimane solamente il primo Spiderman.
Tralasciando i vecchi personaggi, io Nick me lo immaginavo esattamente come lui. L'attore è stato bravissimo a dargli il giusto spessore: sembra a primo acchito un personaggio banale, ma in realtà è molto profondo.


L'immortale Leonardo DiCaprio interpreta Mr Gatsby in una performance, a mio modesto parere, memorabile.

Non so se si era capito, ma Gatsby è il mio personaggio preferito. Leo è stato più che bravo, perfetto in questo ruolo. Ha reso benissimo il suo carattere, sottolineando la solitudine velata di cui avevamo già parlato. La calma un po' sospettosa, il suo amore per Daisy e la sua più profonda poesia, tutto è stato perfettamente interpretato.

Daisy viene interpretata da Carey Mulligan, anche lei bravissima. Credo che il suo sia stato il personaggio più difficile da interpretare perché forse è proprio il più complesso. Daisy è quella che si dice acqua cheta rompe i ponti. Sembra così tranquilla all'inizio, quasi depressa, ma alla fine dà il peggio di sè. Come chiamarla in modo poco volgare, un'approfittatrice. Con quello sguardo un po' triste, il leggero sorriso che spesso ha sulle labbra, Carey è stata all'altezza dei due colleghi.
Direi basta parlare di Daisy che fino ad adesso sono stata bravissima a trovare sinonimi non volgari. Non so quanto posso durare.



Secondo me un'altra delle ragioni principali per vedere questo film è la colonna sonora. È così particolare perché unisce il jazz d'altri tempi a musica contemporanea, fra cui una cover di "Back to black" di Beyoncè e la bellissima "Young and beautiful" di Lana del Rey. Dico solo che tutta la musica è stata prodotta da Jay-Z.
Credo che anche questa sia stata una scelta molto poetica: il fatto di mescolare due generi di epoche diverse è la dimostrazione che in fondo "Il Grande Gatsby" non è così lontano da noi. Oggi la gente è ancora attratta dalla ricchezza e dalle cose belle, cose che sembrano durare tutta la vita, mentre poi si scopre che non è così (Will you still love me when I'm no longer young and beautiful? canta Lana). Quando le bellezza scade, e solo in quel momento, ci si rende conto che a furia di inseguire il lusso si è rimasti soli tutta la vita.


Curiosità
L'idea iniziale di Fitzgerald era di far iniziare il libro circa nel 1885, per soffermarsi meglio sull'infanzia di Jay Gatsby. Questa parte fu tagliata e pubblicata l'anno prima dell'uscita del libro in un breve racconto chiamato "Absolution".
Inoltre l'autore era molto indeciso sul titolo del romanzo, ispirato a "Il Grande Maulnes" di Alain Fournier. Inizialmente voleva intitolarlo "Trimalcione nel West Egg". 


Grazie per avermi seguito anche oggi e alla prossima recensione!









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