Doppia recensione: Persecuzione e Inseparabili, Alessandro Piperno

Ciao a tutti! Oggi ho deciso di unire i due libri più famosi di uno dei migliori scrittori italiani dei nostri anni. Uno segue l'altro perciò, ovviamente, per evitare spoiler non guardate la parte del secondo libro senza aver letto il primo.
Perciò, i libri di oggi sono "Persecuzione" e "Inseparabili" di Alessandro Piperno.

Persecuzione
Luglio 1986. Una villa immersa nel verde, alle porte di Roma. Raccolta intorno alla cena, una bellissima famiglia: Leo è un quarantaottenne oncologo infantile di fama internazionale, Rachel un medico e una madre dedita e rigorosa, Filippo e Samuel due figli alle soglie dell'adolescenza. Il tg delle otto lambisce in sottofondo questo momento di intimità quasi perfetta, fino a che, proprio dalla tv, giunge la notizia che cambierà per sempre la vita di ciascun membro della famiglia Pontecorvo. Leo è accusato di un reato ripugnante. L'attività di primario, la correttezza di professore, ogni dettaglio della sua vita intima e civile sta per essere messo in discussione dai nemici e dagli amici di un tempo, da giornalisti ingolositi e puntigliosi magistrati, assistenti truffaldini e scaltri avvocati, truci galeotti e secondini brutali... Così, dalla sera alla mattina, il professor Pontecorvo si ritrova trasformato nell'oggetto privilegiato del pubblico biasimo: vittima inerme di odio, pettegolezzo, delazione, calunnie, intimidazioni. Leo sarebbe forse in grado di sopportare tutto questo: ciò che lo annienta è il silenzio della moglie e dei figli. Che siano loro i primi a non credere alla sua innocenza?

Recensione
Piccola premessa: credo di essere una delle uniche persone ad aver letto prima "Dove la storia finisce" di questo dittico. È successo semplicemente perché questi due romanzi non li trovavamo più in casa.
Ciò per dirvi che già con il primo romanzo che ho letto avevo capito che Piperno è uno dei migliori autori italiani dell'ultimo decennio, forse il migliore (l'affermazione viene da una discussione con mio padre), perciò avevo altissime aspettative. Mi sembra abbastanza ovvio dire che sono state più che superate, ma insomma, chi diceva di no?
Non credo che questo sia un libro semplice da leggere per due motivi. Il primo è la trama: è complicatissima, piena di avvenimenti che, all'inizio, non capisci come si colleghino. Non vi voglio spaventare, perché nonostante ciò non vorrete più staccarvene, tanto è affascinante e intrigante.
Il secondo motivo è lo stile narrativo di Alessandro Piperno: i suoi romanzi, ma questo in particolare, sono molto psicologici. Usa termini molto ricercati, ma allo stesso tempo semplici e a volte un po' volgari. Su questo aspetto ho letto molte critiche da parte di tanta gente, ma io non la penso così. Nel film "Il caso Spotlight", che si dà il caso sia uno dei miei preferiti, la protagonista femminile deve raccontare la storia di un ragazzo violentato durante l'infanzia. Lui ha paura di dire le cose come stanno, ma lei gli dice che se non usa i veri termini, se si censura, la gente non capirà mai cosa è successo veramente. Bisogna andarci giù pesante, altrimenti la vicenda viene presa meno sul serio di quanto dovrebbe.
Qui non stiamo parlando di giornalismo, ma rimane il fatto che nella realtà certe cose si dicono e avvengono. Perché un libro deve essere dipinto rose e fiori? Per questo ho apprezzato il linguaggio molto particolare dell'autore.
Prima dicevo che secondo me "Persecuzione" è un libro difficile, ma comunque molto veloce da leggere. Certo ci sono molti particolari a cui fare attenzione, ma quando ci si trova davvero ad un Romanzo con la R maiuscola è impossibile fermarsi. Partendo dalla trama originale, la condanna ingiusta di un uomo innocente, a tutti i personaggi, ci sono tutte le caratteristiche per un libro mozzafiato. Abbiamo Rachel, che sembra una donna dolce ma che poi tira fuori lo spirito da leonessa, Filippo, ragazzino complicato e misterioso, difficile da capire, e Samuele, il più piccolino, che si sentirà coinvolto nella vicenda più di quanto gli altri immaginino. Ma il vero protagonista è Leo Pontecorvo, il padre di famiglia, rispettato e amato, ma ad un certo punto abbattuto da una vicenda terrificante e costretto ad affrontare i suoi demoni. L'autore ha fatto l'impossibile: farci entrare nella testa di questo uomo, rendercelo reale e farci conoscere tutte le sue più profonde insicurezze.
La vera potenza di questa storia secondo me è che sembra incredibile, ma in realtà non è neanche così tanto inverosimile: è solo esempio di come una persona, messa su un piedistallo, cresciuta inconscia delle sue debolezze e delle sue paure, possa essere buttata giù da un nonnulla e capire che in realtà non è mai cresciuta così tanto.
Mio padre mi aveva parlato dei finali dei libri di Piperno, sorprendenti e misteriosi. Io ne avevo già avuto prova con quello di "Dove la storia finisce" che è una bomba, ma non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Lo dico per gli amanti delle conclusioni inaspettate, questo romanzo fa per voi.
È difficile dire qualcosa su un capolavoro del genere, perché non ci si sente all'altezza. Io, per esempio, non credo di poter spiegare pienamente cosa "Persecuzione" mi abbia trasmesso. Quello che avevo da dire ce l'avete, ora sta a voi giudicare.
Frase preferita:
LA LEGGE È UGUALE PER TUTTI 
Il che in linea di massima è vero, ma anche sconsolatamente irrilevante. Chi se ne frega della legge? La legge può avere anche i migliori propositi di questo mondo. A contare è ciò che la gente pensa della gente. ciò che la gente fa della gente.
Inseparabili



Inseparabili. Questo sono sempre stati l'uno per l'altro i fratelli Pontecorvo, Filippo e Samuel. Come i pappagallini che non sanno vivere se non sono insieme. Come i buffi e pennuti supereroi ritratti nel primo fumetto che Filippo ha disegnato con la sua matita destinata a diventare famosa. A nulla valgono le differenze: l'indolenza di Filippo - refrattario a qualsiasi attività non riguardi donne, cibo e fumetti - opposta alla determinazione di Samuel, brillante negli studi, impacciato nell'arte amatoria, avviato a un'ambiziosa carriera nel mondo della finanza. Ma ecco che i loro destini sembrano invertirsi e qualcosa per la prima volta si incrina. In un breve volgere di mesi, Filippo diventa molto più che famoso: il suo cartoon di denuncia sull'infanzia violata, acclamato da pubblico e critica dopo un trionfale passaggio a Cannes, fa di lui il simbolo, l'icona in cui tutti hanno bisogno di riconoscersi. Contemporaneamente Samuel vive giorni di crisi, tra un investimento a rischio e un'impasse sentimentale sempre più catastrofica: alla vigilia delle nozze ha perso la testa per Ludovica, introversa rampolla della Milano più elegante con un debole per l'autoerotismo. Nemmeno l'eccezionale, incrollabile Rachel, la "mame" che veglia su di loro da quando li ha messi al mondo, può fermare la corsa vertiginosa dei suoi ragazzi lungo il piano inclinato dell'esistenza. Forse, però, potrà difendere fino all'ultimo il segreto impronunciabile che li riguarda tutti...

Recensione
Vorrei fare chiarezza per chi è arrivato fino a questo punto del post: se non avete letto il libro di cui ho parlato precedenza, non proseguite la recensione, perché questa parte parla del seguito.
Sono stata così attenta fino ad ora per non fare spoiler su "Persecuzione", non vedo l'ora di dire tutto quelli che non potevo dire.
A tutti coloro che hanno dovuto aspettare due anni per leggere questo sequel, mi spiace per voi. Posso solo immaginare quanto la curiosità e la voglia di sapere vi abbia logorato. A me i cinque minuti in cui mi sono alzata per cercare "Inseparabili" hanno fatto molto male. 
Altra piccola parentesi: a me è piaciuto il libro precedente. Per carità, ho amato anche questo, ma "Persecuzione" è tutta un'altra cosa. Lo dico perché creo sia un parere un po' impopolare: "Inseparabili" ha persino vinto il premio Strega.
I due fratelli Pontecorvo sono cresciuti e si sono realizzati, lasciandosi alle spalle la tragedia del padre, che sembra non importare più nulla a nessuno tranne alla sottoscritta che è rimasta sotto shock un mese. Dico sembra, perché in realtà Leo i ragazzi non se lo sono dimenticati. Ma torniamoci dopo.
Piperno ci aveva fatto entrare nella testa del protagonista nel romanzo precedente e in questo caso torniamo ancora in viaggio fra le insicurezze più profonde di Filippo e Samuele.
Entrambi, un po' come il padre, sono personaggi complessi: il primogenito, Filippo, ha trovato la sua strada, ma lo vediamo ancora un po' perso, un po' come era da bambino. Così alla fine è rimasto: arrogante, prepotente e profondamente insicuro. Questo uomo mai cresciuto chissà chi ci ricorda...
Samuele, ovviamente il mio preferito, appare esteriormente ancora più confuso del fratello. Mentre Filppo all'inizio è preso da problemi più personali e intricati, quelli del secondogenito sono più visibili: lavoro, amore, famiglia. Detta molto terra terra, gli capita una sfiga dopo l'altra.
Ma ciò che veramente mi ha fatto innamorare di questa storia non è stato ne Filippo e ne Samuele: sono stati loro insieme, il loro rapporto che in tanti potrebbero vedere come malato ma che io considero solo molto forte. L'amore non è una tematica su cui l'autore si è soffermato molto in "persecuzione": certo, parla molto del rapporto fra Leo e Rachel, ma non molto del sentimento in particolare. La loro storia, quella dei fratelli Pontecorvo, è la vera vicenda d'amore due due libri. Se no, secondo voi perché il romanzo si chiama "Inseparabili"?
Altra particolarità della storia; Rachel. Perdonatemi, magari sarò io ignorante, ma sinceramente la parola che trovo per descriverla è BOH. Con gli altri personaggi Piperno vuole essere molto sincero: non ci nasconde nulla su di loro. Rachel invece è così strana che quando pensi di averla capita subito dopo ti spiazza. Rimane misteriosa fino alla fine: anzi, a me ad un certo punto ha cominciato pure a mettermi paura. 
In realtà, perdonatemi ancora una volta se magari sembrerà una bestemmia, credo che sia proprio questo il modo in cui lo scrittore ha voluto presentarcela, per diversificarla dagli altri. forse è stata proprio una scelta volerla circondare da questo alone di mistero.
All'inizio ero un po' dispiaciuta perché mi sembrava che la trama di Leo fosse stata lasciata un po' in disparte: infatti le storie dei ragazzi sembrano molto distanti dalla vicenda iniziale.  A me era piaciuta così tanto e volevo capirci qualcosa.
(missione impossibile perché in romanzi del genere è tutto un mistero)
Credetemi, verrà ripresa IN ABBONDANZA tutta la faccenda. Come già dicevo prima, non provate nemmeno ad avere aspettative, perché tanto le spiegazioni di Piperno sono tutte strane, ma sarà soddisfacente sentire tutta la storia da un altro punto di vista. Almeno, lo è stato per me.
Ho trovato triste abbandonare i Pontecorvo, ormai mi ero affezionata tantissimo a questa famiglia disfunzione. Avrei letto altri cento romanzo sulle loro vicende perché per me erano diventati quasi degli amici.
Credo che sia questo che abbia reso i romanzi di Alessandro Piperno così famosi: a volte ci si rispecchia cosi tanto nelle sue storie che diventano reali. Le senti così vicine e familiari, mentre più lontane di così dalla vita quotidiana non potrebbero essere.
Frase preferita: 
Semi (pur senza avere piena coscienza , come avrebbe potuto? Aveva appena compiuto tredici anni) aveva imparato che il vizio della gente di sparlare di te alle tue spalle non è poi questo gran vizio. Anzi, che l'ipocrisia è una preziosa risorsa sociale. E che se c'è una cosa sopravvalutata, quella è la sincerità.

Curiosità 
Recentemente è uscito un nuovo saggio di Alessandro Piperno, chiamato "Manifesto del libero lettore" che parla di otto autori fondamentali, da lui letti e riletti, fra cui Tolstoj, Flaubert e Nabokov.


Grazie per avermi seguito anche oggi e alla prossima recensione!




  





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