Balzac e la Piccola Sarta Cinese, Dai Sijie

Ciao a tutti! Dopo questa lunga pausa, eccomi ancora qui. Oggi vorrei parlarvi di un libro che ho letto per la scuola e che, sorprendentemente, mi è piaciuto molto. Si tratta di "Balzac e la Piccola Sarta Cinese" di Dai Sijie
Titolo originale: Balzac et la petite tailleuse chinoise


La storia di questo libro racconta di come la lettura, grazie alla segreta malia di una misteriosa, preziosissima valigia di libri occidentali proibiti, riesca a sottrarre due ragazzi, colpevoli soltanto di essere figli di "sporchi borghesi", a svariate torture e permetta anche a uno di loro di conquistare la "Piccola Sarta cinese". Così, pur vivendo in mezzo agli orrori della rieducazione, i due ragazzi e la Piccola Sarta scopriranno, in virtù di qualche goccia magica di Balzac, che esiste un mondo fatto di pura, avventurosa bellezza. Attraversando, nel frattempo, rocambolesche avventure.

Recensione
Prima di leggere questo libro ero partita un po' prevenuta. Praticamente tante mie amiche avevano già iniziato a leggerlo (io ero impegnata con I Miserabili di Hugo) e dicevano che era un po' lento, un po' noioso e per niente interessante. Credevo che sarebbe stato un suicidio ma in realtà l'ho finito in un paio d'ore e, indovinate un po', l'ho adorato.
Innanzitutto parliamo dell'ambientazione: si svolge in un piccolo paesino in Cina durante la dittatura di Mao Zedong. Infatti i protagonisti, considerati "borghesi", si trovano in rieducazione. 
Partendo dal fatto che io adoro i romanzi storici, mi è piaciuto molto il fatto che questo particolare periodo fosse così approfondito dall'autore. Infatti Dai Sijie è stato mandato in rieducazione al tempo e sicuramente avrà tratto ispirazione da ciò. Non si può raccontare una cosa del genere senza averla vissuta.
Il protagonista senza nome, cosa che dà un altro tocco di mistero, è la voce narrante perfetta per una storia così poetica. Prende la situazione con grande leggerezza ed è pieno di curiosità. Proprio ciò gli farà scoprire Balzac e gli aprirà un nuovo mondo. Anche Luo, il suo amico, è un personaggio molto interessante, anche se io ho apprezzato di più la filosofia dietro al protagonista.
Arriviamo però al mio personaggio preferito: la Sarta Cinese. Vi vedo gia che sbuffate pensando che sono una femminista del cavolo, ma fatemi spiegare.
La Sarta viene presentata come una ragazza di campagna, poco colta e incurante del mondo che la circonda. Immancabilmente i nostri due protagonisti se ne innamorano, ma capiamoli, sono segregati in un villaggio sulle montagne, lei sarà stata probabilmente l'unica ragazza nel giro di mille chilometri. Insieme scoprono i libri di Balzac, ovviamente proibiti al tempo, e questi non solo cambiano la vita a loro, ma anche alla ragazza. Infatti Luo, che è il primo a conquistarla, decide di leggerle i romanzi per renderla più colta. Ovviamente a tutto ciò si legano diverse avventure.
Il motivo per cui ho apprezzato la Sarta è perché fa un enorme cambiamento, un cambiamento che tutti ci saremmo potuti aspettare. Ma in realtà c'è altro: dentro di lei succede qualcosa di incredibile, che le farà scoprire chi è davvero e che porterà a quello che è il finale della storia.
Piccola precisazione sul finale: è la cosa meno ovvia che possiate immaginare. Le reazioni sono molto differenti, c'è chi lo odia e chi lo ama, ma resterete sicuramente un po' interdetti.
A me, personalmente, è piaciuto da matti, ma a tante mie amiche no. In particolare una me lo ha detto prima che iniziassi a leggere la storia, cosa che mi ha fatto partire ancora peggio, e quindi alla fine ci siamo ritrovate a discutere su come stavano davvero le cose (la persona in questione, se mi sta leggendo, ha capito che sto parlando di lei). 
Ho spiegato la mia visione del finale a metà classe neanche stessi esponendo la tesi di laurea. Vorrei parlarne anche con voi, ma sono sicura che se vi spoilero qualcosa mi uccidete. Dico solo, e potrete condividere o no la mia idea, che secondo me la Sarta viene trattata un po' come un oggetto da entrambi i protagonisti e nel finale tira fuori la sua vera forza. Insomma, molto femminista (lo so, sono fatta così).
Dopo questo discorso sul finale non avrete capito niente. non vi resta altro da fare che leggere il libro.
È uscito anche un film omonimo nel 2005 che io ho visto anni fa, perciò non so descrivervelo un granché. Mi ricordo che nonostante fossi piccola mie era piaciuto molto.
La storia è molto filosofica e affascinante e credo il suo punto di forza sia proprio l'essere misteriosa e appassionante allo stesso tempo.
Frase preferita:
(avrei tanto voluto mettere la frase finale ma non mi sembrava il caso)

"Di punto in bianco, come un intruso, quel piccolo libro mi parlava dell'insorgere del desiderio, della passione, delle pulsioni, dell'amore, tutte cose su cui, fino a quel momento, nessuno mi aveva mai detto niente"


Curiosità 
Come ho detto in precedenza, il protagonista non ha un nome. In un certo punto del libro però lui dice che il suo nome è formato dagli ideogrammi di cavallo, spada e campana.





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