Mille splendidi soli, Khaled Hosseini
Ciao a tutti!
Oggi, 13 gennaio 2017, è un giorno speciale: ebbene, compio 15 anni.
La cosa negativa è che ora tutti inizieranno a dire
"Come ti senti ad avere 15 anni?" e tu ti devi inventare qualcosa,
anche se in realtà è tutto uguale a prima.
In questo particolare giorno vorrei parlarvi di uno
dei miei libri preferiti dell'ultimo periodo. Ho già parlato dell'autore: si
tratta di Khaled Hosseini e il romanzo è "Mille splendidi soli".
Titolo originale: A
thousand splendid suns
A quindici anni, Mariam non è mai
stata a Herat. Dalla sua "kolba" di legno in cima alla collina,
osserva i minareti in lontananza e attende con ansia l'arrivo del giovedì, il
giorno in cui il padre le fa visita e le parla di poeti e giardini
meravigliosi, di razzi che atterrano sulla luna e dei film che proietta nel suo
cinema. Mariam vorrebbe avere le ali per raggiungere la casa del padre, dove
lui non la porterà mai perché Mariam è una "harami", una bastarda, e
sarebbe un'umiliazione per le sue tre mogli e i dieci figli legittimi ospitarla
sotto lo stesso tetto. Vorrebbe anche andare a scuola, ma sarebbe inutile, le
dice sua madre, come lucidare una sputacchiera. L'unica cosa che deve imparare
è la sopportazione. Laila è nata a Kabul la notte della rivoluzione,
nell'aprile del 1978. Aveva solo due anni quando i suoi fratelli si sono
arruolati nella jihad. Per questo, il giorno del loro funerale, le è difficile
piangere. Per Laila, il vero fratello è Tariq, il bambino dei vicini, che ha
perso una gamba su una mina antiuomo ma sa difenderla dai
dispetti dei coetanei; il compagno di giochi che le insegna le parolacce in
pashtu e ogni sera le dà la buonanotte con segnali luminosi dalla finestra.
Mariam e Laila non potrebbero essere più diverse, ma la guerra le farà
incontrare in modo imprevedibile. Dall'intreccio di due destini, una storia che
ripercorre la storia di un paese in cerca di pace, dove l'amicizia e l'amore
sembrano ancora l'unica salvezza.
Recensione
Fra i due libri di Hosseini che ho letto (mi manca
"E l'eco rispose") questo è il mio preferito per vari motivi.
Innanzitutto mi ha molto appassionata. Ha un tipo
di narrazione incalzante e piacevole da seguire. Insomma, non è un romanzo che
ti annoia.
Poi mi è piaciuto molto la descrizione dei
luoghi, fatta come solo Hosseini sa fare. Dalle sue parole si capisce
che ha vissuto in Afghanistan e che per lui è un posto importante.
Sarà che ho un particolare amore per le storie di
protagoniste donne, ma ciò che mi ho veramente amato sono i personaggi. E
qui posso dilungarmi tantissimo.
Analizziamone uno alla volta, partendo da Mariam:
fin da subito viene descritta come una ragazza timida e semplice, senza la
minima idea di come sia fatto il mondo. Impariamo a conoscerla fin da
ragazza, con la sua dolcezza e la sua ingenuità infantile.
Mariam viene subito lanciata, come ogni
personaggio di Hosseini nel mondo degli adulti in un modo che, ovviamente, non
vi dirò. Le sue sofferenze sono tante ma anche la sua forza.
È uno dei personaggi più positivi che ci sono nel
libro e che insegna di più
Laila nasce anni dopo, ma, nonostante sia
impossibile da pensare, la sua storia è molto simile a quella di Mariam. Lei ha
una bella vita, una famiglia (nonostante la madre un po' instabile) e un amico,
Tariq, che lei considera un fratello. Ovviamente un fratello non è e, come in
ogni libro d'eccellenza, succederà qualcosa.
L'idillio termina in fretta perché viene
subito scaraventata via dalla sua vita e si ritrova nella stessa situazione di
Mariam. Qui le nostre due protagoniste si incontrano e si ritrovano schiacciate
dallo stesso incubo che accomuna tante donne afgane.
Ciò che ho apprezzato veramente è che Laila e
Mariam sono la prova che si può sopportare di tutto e con tante forza. Sono la
personificazione del coraggio, la voce di tante donne che non riescono a
dire nulla.
La storia è tosta, molto tosta, però ha comunque
qualcosa da insegnare, qualcosa da comunicare. Mi ha molto emozionata e mi ha
lasciata senza parole.
Arriviamo al finale: alcune mie amiche che hanno
letto il libro mi hanno detto che avrei pianto. "Figuratevi" ho
risposto "non sono tipa che piange"
Inutile dire che ho pianto come una fontana.
Ciò che mi ha veramente toccato non è la storia di
perse, ma il fatto che sono cose che davvero capitano. Il pensiero che c'è
gente che passa una vita a sopportare certe cose è stato troppo per me.
Assolutamente affascinate e toccante, un libro che
lascia tante emozioni e sentimenti in ognuno.
Curiosità
Anche i diritti di "Mille splendidi soli"
sono stati acquistati per una trasposizione cinematografica, ma per ora non si
sa ancora nulla, anche se è da tempo che gira voce di un film.
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