Sono una femminista

Parlare di femminismo mi fa un po’ paura. È un argomento che mi sta molto a cuore, ma spesso la gente non capisce quello che voglio dire. Mi è capitato di dire “sono una femminista” e prima di poter continuare il discorso di ricevere come risposta uno sguardo accigliato, come se avessi bisogno di un esorcismo. 
Mi è sempre capitato, non è niente di nuovo. Ultimamente però ho sentito tante frasi sia da persone lontane da me sia da conoscenti e amici che mi hanno davvero scossa. Credo che non si parli molto di femminismo perché tanta gente lo vede come un movimento il cui unico obbiettivo è insultare gli uomini, mentre per me non è mai stato così . Ho riflettuto molto sul significato che do alla parola “femminista” e sono arrivata a qualche conclusione. 

Foto di Roya Ann Miller su Unsplash 

Credo che una donna possa sbizzarrirsi su come acconciarsi, perché è un modo di esprimersi, senza doverne dare credito a nessuno 
Credo nel suo diritto di scegliere se rasarsi i peli o farseli crescere, senza venir guardata con disgusto
Credo che debba scegliere in libertà se truccarsi o no 
Credo che possa vestirsi in maniera succinta senza che le venga detto di essere una facile o, ancora peggio, che “se la sta cercando”
Credo che allo stesso modo possa scegliere di coprirsi di più senza essere chiamata “pudica” 
Credo che una sua eventuale scelta di ricorrere alla chirurgia estetica non vada considerata antifemminista
Credo che non debba sentirsi obbligata a rispettare un qualche canone di bellezza

Credo che una donna possa essere presidentessa 
O dottoressa 
O astronauta 
O CEO
O una casalinga
Credo che debba avere le stesse opportunità di un uomo per realizzarsi 
Credo che sia inaudito che troppo spesso per ottenere gli stessi successi dei suoi colleghi maschi debba lavorare dieci volte di più 
Credo che se invece decida di fare la mamma a tempo pieno non debba essere criticata in quanto “antiquata”

Credo che una donna possa decidere di perdere la verginità a 15, 18 o a 25 anni: a nessuno deve importare quando sceglie di farlo 
Credo che i vari “troia”, “puttana” e tutti gli appellativi legati alla sua sessualità siano inaccettabili 
Credo che possa intraprendere le relazioni che desidera, etero o omosessuali 
Credo che le donne transessuali siano donne come me, in tutto per tutto, non esseri alieni come la società le considera troppo spesso 

Credo che sia offensivo porre sempre due donne una contro l’altra, come se non potessero entrambe avere successo allo stesso modo. Un po' di competizione fa sempre bene, ma messa così è davvero poco sana. 
Credo anche che dire ad una ragazza di dare ragione ad un’altra solo per “alleanza femminile” senza indurla a pensare se si trova davvero d’accordo con lei riduca le donne a esseri che non sanno ragionare 

Credo che una donna non sia arrogante o una pazza isterica se esprime un’opinione con fermezza 
Credo che non sia per forza vero che “non capisce nulla” se parla di un argomento considerato prettamente “maschile” 
Credo che non abbia per forza il ciclo se un giorno è nervosa 
Credo che abbia il sacrosanto diritto di lamentarsi se ritiene di essere vittima di ingiustizie senza che nessuno venga a dirle che è inutile che continui a piagnucolare, perché tanto “il femminismo ha fatto tanta strada”. Non posso dire che quest’ultima frase non sia vera, ma purtroppo è innegabile che ancora oggi in tanti paesi del mondo le donne non hanno alcuni diritti fondamentali. 
È anche innegabile che in un paese come il nostro, in cui possiamo votare, divorziare, abortire e fare tutte quelle cose per cui “il femminismo non serve più”, la visione che si ha della donna deve comunque cambiare. Come lo so? Nessuna delle convinzioni che ho citato si è ancora realizzata.

Visto? Non mi sembra tanto difficile. Io sono una femminista e credo in queste semplici cose.
No, non ritengo le donne “il sesso superiore” e sopratutto non odio gli uomini. In realtà, sono abbastanza convinta che spesso il problema del genere femminile sia proprio il genere femminile.  Spesso e volentieri siamo noi che mandiamo avanti questi stereotipi attaccandoci a vicenda.  Basterebbe un minimo di empatia: ci da fastidio quando ci chiamano “troie”? Non diamoci della “troia” a vicenda! È offensivo quando ci dicono che siamo nervose perché abbiamo il ciclo? Smettiamola di criticarci con questa scusa. Se proprio dobbiamo competere tra di noi, non facciamolo così. Discutiamo civilmente riguardo le nostre opinioni, come dovrebbe fare chiunque, maschio o femmina che sia. 

Mi rattrista molto sentire parlare male del femminismo non perché non riesco ad accettare che qualcuno non la pensi come me, ma perché mi spiace che in tanti non riescano a vederlo con i miei occhi. Il mio femminismo è un movimento felice, inclusivo, senza odio, in cui chiunque può sentirsi libero di essere chi vuole. Sono consapevole che esistono delle fasce più radicali, ma in quale ambito non esistono gli estremisti? Così come considerare l’estremismo religioso la religione stessa è assolutamente sbagliato, ritenere le femministe che odiano gli uomini rappresentanti di tutto il femminismo trasmette un’idea totalmente erronea. 

Io sono una femminista e non penso di essere una pazza infervorata capace solo di sputare odio. Credo semplicemente in una società un pochino più giusta. 

Foto di Jessica Podraza su Unsplash 


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