Il sale della terra, Jeanine Cummins
Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di un libro di cui mi sono davvero innamorata. È una lettura emotivamente impegnativa, ma che mi ha profondamente colpita. Ne ho parlato nel post precedente come uno dei romanzi che mi ha tenuto compagnia nel primo periodo di quarantena. Si tratta de "Il sale della terra" di Jeanine Cummins.
Titolo originale: American Dirt
Titolo originale: American Dirt
Dici Acapulco e pensi a spiagge di sabbia finissima, mare cristallino e palme accarezzate dalla brezza. Ma oggi la perla del Pacifico è molto diversa dall'immagine da cartolina usata per attirare i turisti. Il narcotraffico si è insinuato in città e gli omicidi sono all'ordine del giorno. Ad Acapulco vive Lydia, che si divide tra il lavoro in libreria e la famiglia costruita con il marito Sebastián, giornalista, e il figlioletto Luca, otto anni e un'intelligenza fuori dal comune. Quello che Lydia non si aspetta è che la sua esistenza venga sconvolta da un giorno all'altro, quando un commando di uomini armati irrompe alla festa di compleanno della nipote e stermina tutti i suoi cari. Nascosti in bagno, solo Lydia e Luca si salvano dalla carneficina, e per loro inizia una fuga estenuante. Rimanere in Messico equivale a morte certa, ma per non farsi rintracciare dal boss che ha ordinato il massacro bisogna evitare le strade più battute e i normali mezzi di trasporto. Così, a madre e figlio non resta altro da fare che prendere la via dei migranti: le centinaia di famiglie che ogni giorno fuggono dai paesi dell'America centrale, devastati dalle bande criminali, e attraversano il Messico nella speranza di raggiungere il confine con gli Stati Uniti. Questo significa anche salire sulla Bestia, il treno merci su cui i migranti si arrampicano al volo rischiando di finire stritolati. Mentre tentano di saltare a bordo, Lydia e Luca incontrano due sorelle, Soledad e Rebeca, scappate dall'Honduras, e i quattro iniziano a viaggiare insieme. Affronteranno la difficile traversata del deserto, conosceranno altri migranti, disposti ad aiutarli o pronti ad approfittarsi di loro, e cercheranno di conservare la propria umanità in un'esperienza che di umano ha ben poco. Ma è davvero possibile raggiungere il confine? I sicari li troveranno? E cosa ha scatenato la furia del boss che li vuole morti?
Recensione
In poche pagine l'autrice riesce subito a far affezionare il lettore ai protagonisti della sua storia. Lydia, una donna forte e determinata, che sa che deve fare di tutto per salvare suo figlio, e Luca, un bambino di otto anni la cui vita è stata stravolta e che in poco tempo ha dovuto imparare a sopravvivere, sono due personaggi che rimangono impressi nella memoria.
Oltre a loro incontriamo Soledad e Rebeca, le sorelle dell'Honduras che seguiranno Luca e Lydia nel loro viaggio. Queste nuove aggiunte mi sono piaciute molto, in particolare Soledad, diventata in poco tempo il mio personaggio preferito. La loro storia è molto triste e aggiunge al libro ulteriore durezza. Nonostante ciò la lettura non risulta pesante: la speranza è la vera protagonista del romanzo. Anche nei momenti più bui, i protagonisti vanno avanti mossi dal desiderio di raggiungere finalmente il loro obbiettivo, che in tanti casi è la salvezza, ma in altrettanti è semplicemente aver una vita dignitosa.
Ho trovato "il sale della terra" un grande esercizio di empatia. Il tema dei migranti che attraversano il confine degli Stati Uniti è molto attuale e ci sono sempre opinioni contrastati. Inizialmente pensavo che coloro che predicavano la politica del "tornatevene a casa vostra" non capissero, perché effettivamente, come comprendere un fenomeni del genere se non lo vivi sulla tua pelle? Poi però ho scoperto che Jeanine Cummins, l'autrice di questo libro, è statunitense e mi sono resa conto che sì, non riusciremo mai a capire appieno com'è la vita di un migrante, ma con un po' di empatia potremmo avvicinarci a comprenderla. Per questo motivo credo che le storie come "Il sale della terra" siano così importanti: più si parla, più è possibile che certa gente riesca ad immedesimarsi in queste persone e a capirle un po' meglio. Come sempre, l'arma più forte contro l'odio è l'informazione.
Citazione preferita:
Sin dalla prima lettura della trama, questo libro mi ha colpita profondamente. L'ho letto tutto d'un fiato, innamorandomi di ogni personaggio, descrizione e dettaglio.
Non è sicuramente un romanzo facile, ma vale davvero la pena scoprire questa incredibile storia.
La durezza della trama si può percepire sin dal primo capitolo. Ad Acapulco, Lydia, insieme al figlio Luca, si salva da una strage che ha ucciso tutta la sua famiglia. Lei conosce il colpevole e per questo sa che non ha altra scelta: deve scappare.
Mamma e figlio partono per il viaggio della speranza. La loro direzione è il norte: gli Stati Uniti. Durante il cammino i due protagonisti incontrano enormi difficoltà, fanno incontri speciali e sopratutto scoprono com'è davvero la vita di un migrante, di cui fino a quel momento avevano solo sentito parlare.
In contemporanea alla vicenda principale, l'autrice inserisce varie digressioni riguardo la situazione del Messico, in particolare di Acapulco. È sorprendente, perché non avrei mai pensato che una città famosa per il turismo potesse essere luogo di scontri violentissimi tra narcotrafficanti.
In poche pagine l'autrice riesce subito a far affezionare il lettore ai protagonisti della sua storia. Lydia, una donna forte e determinata, che sa che deve fare di tutto per salvare suo figlio, e Luca, un bambino di otto anni la cui vita è stata stravolta e che in poco tempo ha dovuto imparare a sopravvivere, sono due personaggi che rimangono impressi nella memoria.
Oltre a loro incontriamo Soledad e Rebeca, le sorelle dell'Honduras che seguiranno Luca e Lydia nel loro viaggio. Queste nuove aggiunte mi sono piaciute molto, in particolare Soledad, diventata in poco tempo il mio personaggio preferito. La loro storia è molto triste e aggiunge al libro ulteriore durezza. Nonostante ciò la lettura non risulta pesante: la speranza è la vera protagonista del romanzo. Anche nei momenti più bui, i protagonisti vanno avanti mossi dal desiderio di raggiungere finalmente il loro obbiettivo, che in tanti casi è la salvezza, ma in altrettanti è semplicemente aver una vita dignitosa.
Ho trovato "il sale della terra" un grande esercizio di empatia. Il tema dei migranti che attraversano il confine degli Stati Uniti è molto attuale e ci sono sempre opinioni contrastati. Inizialmente pensavo che coloro che predicavano la politica del "tornatevene a casa vostra" non capissero, perché effettivamente, come comprendere un fenomeni del genere se non lo vivi sulla tua pelle? Poi però ho scoperto che Jeanine Cummins, l'autrice di questo libro, è statunitense e mi sono resa conto che sì, non riusciremo mai a capire appieno com'è la vita di un migrante, ma con un po' di empatia potremmo avvicinarci a comprenderla. Per questo motivo credo che le storie come "Il sale della terra" siano così importanti: più si parla, più è possibile che certa gente riesca ad immedesimarsi in queste persone e a capirle un po' meglio. Come sempre, l'arma più forte contro l'odio è l'informazione.
Citazione preferita:
"También de este lado hay sueños"(anche da questa parte ci sono i sogni)
Curiosità
Il libro di Jeanine Cummins ha avuto moltissimo successo negli Stati Uniti, ma è stato anche oggetto di feroci critiche. Infatti, una parte della comunità latina statunitense ha attaccato duramente l'autrice poiché, secondo loro, ha rappresentato i messicani in maniera stereotipata e non aveva alcun diritto di raccontare una storia de genere, essendo bianca e americana. È stata persino mandata una lettera ad Oprah Winfey per chiederle di non pubblicizzare il romanzo, come lei aveva detto di voler fare nella sua serie du Apple TV+. La Flatiron Books, casa editrice che ha pubblicato il libro, a febbraio ha annullato il tour di promozione.
Grazie per avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!
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