Un caso speciale per la ghostwriter, Alice Basso

Ciao a tutti! Scrivo la recensione di oggi con il cuore in gola. Anche quest'anno torno a parlarvi di uno dei miei personaggi letterari preferiti e della sua quinta avventura che probabilmente sarà l'ultima. In realtà non ci voglio pensare troppo: l'autrice ha detto circa tre anni fa che la sua saga sarebbe durata cinque libri, ma magari ha cambiato idea. Senza ulteriori indugi, vi presento "Un caso speciale per la ghostwriter" di Alice Basso (sequel di "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome", "Scrivere è un mestiere pericoloso", "Non ditelo allo scrittore" e "La scrittrice del mistero"). 


ATTENZIONE: la recensione contiene spoiler sui libri precedenti 



Per Vani le parole sono importanti. Nel modo in cui una persona le sceglie o le usa, Vani sa leggere abitudini, indole, manie. E sa imitarlo. Infatti Vani è una ghostwriter: riempie le pagine bianche di scrittori di ogni genere con storie, articoli, saggi che sembrino scaturiti dalla loro penna. Una capacità innata che le ha permesso di affermarsi nel mondo dell’editoria, non senza un debito di gratitudine nei confronti dell’uomo che, per primo, ha intuito la sua bravura: Enrico Fuschi, il suo capo. Non sempre i rapporti tra i due sono stati idilliaci, ma ora Vani, anche se non vorrebbe ammetterlo, è preoccupata per lui. Da quando si è lasciato sfuggire un progetto importantissimo non si è più fatto vivo: non risponde al telefono, non si presenta agli appuntamenti, nessuno sa dove sia. Enrico è sparito. Vani sa che può chiedere l’aiuto di una sola persona: il commissario Berganza. Dopo tante indagini condotte fianco a fianco, Vani deve ammettere di sentirsi sempre più legata all’uomo che l’ha scelta come collaboratrice della polizia per il suo intuito infallibile. Insieme si mettono sulle tracce di Enrico. Tracce che li porteranno fino a Londra, tra le pagine senza tempo di Lewis Carroll e Arthur Conan Doyle. Passo dopo passo, i due scoprono che Enrico nasconde segreti che mai avrebbero immaginato e, soprattutto, che ha bisogno del loro aiuto. E non solo lui. Vani ha di fronte a sé un ultimo caso da risolvere e fra le mani, dalle unghie rigorosamente smaltate di viola, le vite di tutte le persone cui ha imparato a volere bene.


Recensione
Vedo questo post come la chiusura di un ciclo personale. Per chi non lo sapesse, "L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome" è il secondo libro che ho mai recensito, ormai quattro anni fa. Oltre ad aver creato una saga che ho amato alla follia, Alice Basso ha segnato la crescita del mio modo di scrivere in questo quaderno di esercizio che è il mio blog. Per questo motivo le avventure di Vani significano così tanto per me. 
"Un caso speciale per la ghostwriter" è una degna e commovente conclusione per questa storia. Alice Basso ha messo tutto il suo talento per creare un altro meraviglioso ed entusiasmante romanzo

I lettori più appassionati avevano lasciato Vani in una situazione molto particolare: in "La scrittrice del mistero", il suo capo Enrico si era fatto licenziare per salvare la posizione della protagonista ed era scappato senza farsi più vedere. Per questo motivo Vani e il commissario Berganza si mettono alla sua ricerca, scovando nei suoi più profondi segreti. 
Ancora una volta, Alice Basso ha tirato fuori qualcosa di nuovo da questa sorprendente storia: la vicenda è estremamente intrigante e piena di suspense. Si distingue molto dagli altri romanzi della saga, diventando la perfetta conclusione per questo ciclo. 

Chi ha avuto l'occasione di leggere questi meravigliosi libri saprà che la storia è spesso interrotta da numerosi flashback riguardanti la vita dei personaggi. Per la prima volta il protagonista diventa il personaggio già inaspettato, quello che nessuno pensava potesse avere qualcosa da raccontare: Enrico. Era quello che detestavo di più dal primo capitolo, ma mi sono dovuta ricredere: l'autrice ha voluto creare un background particolare, costruendo un personaggio psicologicamente complesso. In un romanzo trasformare qualcuno di detestabile in qualcuno con cui immedesimarsi è un talento e Alice Basso si è dimostrata capace di fare anche questo.


Come dicevo prima, "Un caso speciale per la ghostwriter" è la chiusura di un cerchio: tutto ciò che era stato lasciato in sospeso è stato spiegato, ogni personaggio ha avuto il lieto fine che meritava. In questi anni abbiamo assistito alla crescita di ognuno dei protagonisti che raggiunge il culmine in questo ultimo capitolo. La nostra eroina, Vani, si è creata una nuova famiglia attorno a se, una famiglia che non si sarebbe mai aspettata di trovare. È rimasta sempre lei, brillante, sarcastica, cinica e sfacciata, ma ha qualcosina in più: la relazione con il commissario Berganza (ormai diventata una delle mie love story preferite) l'ha fatta crescere. In questo romanzo deve fare i conti con qualcosa che non aveva mai sperimentato prima: il senso di colpa. Nel libro precedente Enrico aveva sacrificato tutto per lei e Vani per la prima volta prova il sentimento umano del dover ricambiare. Ad un certo punto la protagonista afferma che il fatto di avere dei rapporti provoca maggiore sofferenza, poiché ci importa del bene dell'altro: ma allora è meglio chiudersi in se stessi o vivere questo dolore? Attraverso Vani, Alice Basso conduce un'attenta analisi per rispondere a questa domanda. 


Quando ho finito questo libro, ho sentito un groppo in gola. Può sembrare stupido, ma mi è sembrato di dover salutare dei cari amici che partono e che non potrò più rivedere. Le vicende della protagonista mi hanno accompagnata per tanto tempo e mi sono affezionata a tutti i personaggi che la circondano: dall'imprevedibile Enrico alla dolce Morgana, la tenerissima Irma, la fragile Lara, l'insopportabile Riccardo (dai alla fine non è così male), il meraviglioso Berganza (di cui sono follemente innamorata) fino ad arrivare proprio a lei, la mia amata Vani, che rappresenta tanto di ciò che vorrei essere. Di lei amo la sua faccia tosta, il coraggio di dire ciò che pensa (io ci devo lavorare ancora un po') e soprattutto la dedizione nei confronti di chi ama. Il suo non è un affetto da romanzi rosa, fatto di frasi melense e parole dolci, ma qualcosa di più reale e concreto. Nella vita vera avrebbe tanto da insegnare a tutti. 
Per concludere posso solo dire grazie ad Alice, perché con il suo talento ci ha regalato una storia che difficilmente si trova nel panorama editoriale italiano, scritta e sviluppata in maniera incredibile e che non sfocia mai nel banale. Posso solo rinnovare la speranza di leggere tante altre opere di questa meravigliosa autrice. 

Citazione preferita: 
Quando per il solo fatto di esistere, di avere relazioni, dei legami, ti ritrovi ad avere su qualcun altro del potere che nemmeno volevi, e per un qualche caso sbagli ad usarlo, ecco che ti senti come uno che ha premuto per sbaglio il grilletto di un fucile durante una festa di compleanno. 

Curiosità 
Come già dicevo l'anno scorso, Alice Basso ha continuato la storia di Vani con dei racconti. Oltre a "La ghostwriter di Babbo Natale" l'autrice ha anche scritto "Nascita di una ghostwriter", disponibile per Ebook. 


Grazie era avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!

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