Film: Sulla mia pelle (Alessio Cremonini)

Ciao a tutti! Oggi vorrei parlarvi di uno dei miei film preferiti usciti quest'anno. Mi ha veramente commosso, l'ho trovato eccezionale: si tratta di "Sulla mia pelle", tratto dalla storia di Stefano Cucchi.
Regia: Alessio Cremonini
Cast: Alessandro Borghi, Jasmine Trinca, Max Tortora, Milvia Marigliano
Anno: 2018


Per il trailer cliccate qui

Quando Stefano Cucchi muore nelle prime ore del 22 ottobre 2009, è il decesso in carcere numero 148. Al 31 dicembre dello stesso anno, la cifra raggiungerà l’incredibile quota di 176: in due mesi trenta morti in più. Nei sette giorni che vanno dall'arresto alla morte, Stefano Cucchi viene a contatto con 140 persone fra carabinieri, giudici, agenti di polizia penitenziaria, medici, infermieri e in pochi, pochissimi, hanno intuito il dramma che stava vivendo. È la potenza di queste cifre, il totale dei morti in carcere e quello del personale incontrato da Stefano durante la detenzione che hanno spinto il regista del film, Alessio Cremonini, a raccontare la sua storia: sono numeri che fanno impressione, perché quei numeri sono persone.
Come dichiarato dallo stesso regista, "Sulla mia pelle" nasce dal desiderio di strappare Stefano alla drammatica fissità delle terribili foto che tutti noi conosciamo, quelle che lo ritraggono morto sul lettino autoptico, e ridargli vita.


Recensione

Quando Stefano Cucchi è morto, io avevo sette anni. Per questo motivo, prima dell'uscita del film, io non sapevo nulla della sua storia: non avevo mai seguito le lunghe indagini che continuano tutt'ora, non avevo mai visto le terribili foto scattate dopo la sua morte, niente di niente. Mi sono informata solo quando ho sentito parlare del film durante il Festival di Venezia e, come è successo a tutti, mi si è raggelato il sangue. Comunque, ne volevo sapere di più: dovevo vedere il film. 
Ero preparata, davvero. Mi ero cercata tutti i dettagli della vicenda per evitare di soffrire troppo vedendo il film. È stato inutile, alla fine mi sono sentita devastata. Perciò credo sia importante specificare che non è una visione semplice da sostenere: è un film che si incentra sul dolore di un uomo e sull'indifferenza di chi gli sta intorno. È tosto, ma vi assicuro che ne varrà la pena. 



La vicenda di Stefano Cucchi è uno dei più noti casi di cronaca nera italiana, ma, nonostante ciò, il tutto rimane molto misterioso. La storia è stata raccontata tantissime volte, ma comunque si sa molto poco. Io ho provato a farmi un'idea prima di vedere il film raccogliendo varie informazioni.
Stefano era un ragazzo di 31 anni che da tempo soffriva di dipendenza e, il 15 ottobre 2009, è stato arrestato poiché trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Fu decisa la custodia cautelare e, già durante il processo per il fermo in carcere, il ragazzo presentava ematomi sul viso. Da quel momento, i familiari non hanno avuto più sue notizie. In seguito venne portato all'ospedale Sandro Pertini, poiché le sue condizioni i salute peggiorarono, ma nonostante ciò, lui rifiutò le cure e chiese di vedere il suo avvocato, che non arrivò mai. Il 22 ottobre, una settimana dopo il suo arresto, Stefano Cucchi morì. La famiglia è riuscita a vedere il ragazzo e a rendersi conto delle sue reali condizioni solo all'obitorio. Ormai da nove anni vanno avanti le indagini, ma i progressi fatti sono davvero pochi. Solo qualche mese fa uno dei poliziotti accusati ha rivelato il pestaggio. 
Ciò che fa più rabbia è che Stefano era davvero giovane. Non era un santo e il regista lo evidenzia benissimo, ma comunque stava provando a seguire uno stile di vita migliore. Da quando sono uscite le terribili foto fatte del suo viso tumefatto all'obitorio diffuse dalla sorella, l'Italia tutta intera è rimasta sconvolta. Alessio Cremonini ha preso questa indignazione è l'ha messa nel suo film, regalando a Stefano un'altra occasione per mostrarci la sua storia. 




Come ho già sottolineato, la morte di Cucchi è tutta un gran punto interrogativo. Le informazioni per farci un film erano davvero poche e vaghe: i poliziotti negano il pestaggio, mentre la famiglia è fermamente convinta che sia avvenuto. 
Nonostante ciò, a mio parere Alessio Cremonini ha rappresentato la vicenda egregiamente, utilizzando semplicemente il punto di vista di Stefano. Non giudica ne condanna, infatti nella pellicola non c'è la suena del pestaggio. È una raffigurazione dettagliata e oggettiva della storia, ma allo stesso tempo profonda e significativa.
Inoltre, il film è poco parlato e non ci sono tanti dialoghi. L'ho trovata un'ottima scelta, molto simbolica: il dolore non ha bisogno di troppe parole.  




Interpretare Stefano Cucchi sarebbe stata una sfida difficile per tutti. La scelta è ricaduta su Alessandro Borghi, giovane attore romano divenuto famoso per film come "Non essere cattivo", "Napoli velata", "Suburra" e la serie omonima. A mio parere scegliere lui è stata una decisione più che azzeccata: è riuscito a rendere il personaggio suo, interpretandolo perfettamente. Non sono un'esperta di cinema, ma credo che girare un film del genere sia fisicamente ed emotivamente tosto per tutti. "Sulla mia pelle" è interamente incentrato su un solo personaggio: Borghi ha dovuto reggere da solo il peso della pellicola, che tra l'altro è molto consistente. È stato eccezionale ad affrontare il ruolo e la sua è stata un'interpretazione ottima.

Inoltre, ha affrontato una grande preparazione fisica, poiché è dovuto dimagrire molto. Se guardate le foto di com'era prima e poi durante il film, vi renderete conto che è impressionante.


Alessandro Borghi


Nei panni di Stefano Cucchi

Anche gli altri attori che interpretano i familiari di Stefano sono stati incredibile. In particolare, ho adorato Jasmine Trinca, Ilaria Cucchi nel film: mi è sempre piaciuta come attrice e l'ho trovata eccezionale. 

Il cast al Festival di Venezia. Da sinistra il regista Alessio Cremonini, Max Tortora (Giovanni Cucchi), Jasmine Trinca (Ilaria Cucchi), Alessandro Borghi (Stefano Cucchi) e Milvia Marigliano (Rita Calore)

In tutte le recensioni di "Sulla mia pelle" che ho letto appare sempre lo stesso aggettivo, ovvero necessario. È una cosa su cui bisogna soffermarsi: cosa vuol dire che un film è "necessario"?  
La prima cosa che ho pensato dopo la visione è che avevamo proprio bisogno di un film del genere. Può sembrare un concetto banale, ma non si parla spesso delle tematiche trattate da questa pellicola. Anzi, la verità è che non se ne parla quasi mai. Il caso Cucchi è stato il primo a fare così tanta notizia, ma ce ne sono stati tanti altri: solo quest'anno sono morte 145 persone in carcere per cause non determinate. 
Ho finito il film  piangendo non solo per la durezza della storia, ma perché mi sono resa conto che io non sapevo niente sulla violenza nelle carceri. Uno Stato deve riuscire a proteggere chi è sotto la sua custodia e quando non succede, dobbiamo protestare, indignarci, pretendere giustizia, così come Ilaria Cucchi sta facendo da nove anni. "Sulla mia pelle" è un ottimo modo per ricordarcelo. 

Citazione preferita: 
-Si può avere una Bibbia?

-Ma sei credente?
-Sperante. 

Curiosità 
Il film è uscito contemporaneamente su Netflix e in alcune sale cinematografiche il 12 settembre, ma prima è stato presentato nella sezione "Orizzonti" del Festival di Venezia. Alla fine della prima proiezione tutto il pubblico si è alzato visibilmente commosso, facendo una standing ovation di sette minuti. C'era anche Ilaria Cucchi, che è corsa verso il cast per abbracciare tutti. Il commovente video è stato postato dalla ragazza su Facebook, con un messaggio dedicato al fratello. Potete trovare l'articolo che ci ha dedicato il "Corriere della Sera" cliccando qui

L'abbraccio tra Alessandro e Ilaria
Grazie per avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!


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