Tartarughe all'infinito, John Green
Ciao a tutti! perdonatemi per il mese di assenza, ma settembre è stato duro e lunghissimo. Finalmente riesco a sedermi e a dedicarmi a ciò che mi piace.
E con che libro tornare se non con la promessa editoriale dell'anno in tema di Young Adult? Dopo anni il miglior scrittore di questo genere è tornato con un nuovo romanzo. Si tratta di "Tartarughe all'infinito" di John Green.
Titolo originale: Turtles all the way down
E con che libro tornare se non con la promessa editoriale dell'anno in tema di Young Adult? Dopo anni il miglior scrittore di questo genere è tornato con un nuovo romanzo. Si tratta di "Tartarughe all'infinito" di John Green.
Titolo originale: Turtles all the way down
Indagare sulla misteriosa scomparsa del miliardario Russell Pickett non rientrava certo tra i piani di Aza, ma in gioco c’è una ricompensa di centomila dollari e Daisy, Miglior e Più Intrepida Amica da sempre, è decisa a non farsela scappare. Punto di partenza delle indagini diventa il figlio di Pickett, Davis, che Aza un tempo conosceva ma che, pur abitando a una manciata di chilometri, è incastrato in una vita lontana anni luce dalla sua. E incastrata in fondo si sente anche Aza, che cerca con tutte le forze di essere una buona figlia, una buona amica, una buona studentessa e di venire a patti con le spire ogni giorno più strette dei suoi pensieri.
Recensione
Chi mi conosce sa che i libri Young Adult a me tendenzialmente fanno schifo. Opinione impopolare, lo so, ma è così. Sono banali, finti e ripetitivi. C'è sempre la solita ragazza timida e carina che per magia si innamora del solito cretino mezzo delinquente che, per qualche ragione misteriosa, ricambia il sentimento (cosa che nella vita reale non succede MAI). Loro si mettono insieme, si lasciano, si rimettono insieme, si rilasciano e infine capiscono l'importanza del vero amore, rimettendosi insieme per la millesima volta. Novantanove volte su cento lei rimane incinta e dopo ciò non ci è più dato sapere nulla. Io però sono pronta a scommettere che si mollano brutalmente, diventando o drogati o spacciatori. Perché giusto, dimenticavo, i due sono talmente presi dal loro amore che non pensano nemmeno minimamente agli studi o, che ne so, alla loro futura vita.
Troppo cinica? Forse, ma io penso sempre a queste cose. C'è però una piccola, minuscola eccezione per me: John Green. Come ho già ampiamente ripetuto, credo sia l'unica persona rimasta in grado di scrivere dei bei libri per adolescenti, che riescono sempre ad emozionare. Questa invece è un'opinione fin troppo popolare, ma che ci posso fare, sono una sua fan sfegatata. Sarà che mi è troppo simpatico, o che il suo Beatles preferito è John e il suo colore preferito è Green (l'ha detto sul serio lo giuro) o semplicemente per il fatto che qualsiasi cosa scriva io mi dico "oddio come ho fatto a non pensarci prima", ma sono sempre più convinta che nel panorama mondiale sia il migliore a capire gli adolescenti.
Credo abbiate capito che io mi aspettavo tantissimo da "Tartarughe all'infinito". Dopo averlo divorato in due giorni posso ufficialmente dirvi che è unico.
L'ambientazione è sempre la solita: Indianapolis. Io non l'ho mai vista, ma per qualche ragione me la immagino come il posto più insignificante del pianeta. Insomma, ci vuole coraggio per ambientarci un romanzo, ma credo che John Green lo faccia apposta. Proprio il fatto che i suoi romanzi non si ambientino in posti come New York o Miami li rende più realistici e simili alla nostra quotidianità.
Altro punto a favore: l'incipit è molto diverso dal solito. Infatti la storia si apre con la scomparsa di un miliardario, che può sembrare non c'entri molto, ma in realtà è fondamentale.
La nostra nuova eroina femminile si chiama Aza, ha sedici anni e soffre del disturbo ossessivo compulsivo. Come potrete immaginare, io mi sono innamorata di lei fin da subito. Questo per tre semplici motivi: innanzitutto, non è perfetta, ne fisicamente ne caratterialmente. Non so voi, ma io mi sono rotta pesantemente di queste ragazze bellissime, dolcissime, a cui la vita sorride sempre. Non è possibile che non abbiano un difetto o una preoccupazione che non sia "Il mio ragazzo mi ha tradita". Questa è la rivoluzione di John Green nel genere Young Adult: i suoi protagonisti sono ragazzi della porta accanto.
Secondo motivo, è ironica. Questo autore ci aveva già presentato protagoniste irriverenti: Hazel era divertentissima, Margot folle e Alaska unica. Aza si unisce a questo club improbabile facendoci morire dalle risate anche nei momenti più complicati.
Infine, l'aspetto più importante del libro, quello che ho apprezzato di più: la testa di Aza è un caos. È sola con se stessa e in questi momenti l'unica cosa che riesce a fare è pensare, parlare con se stessa, guardarsi dentro. Viene risucchiata dai suoi pensieri e finire in questa spirale con lei è stranissimo, ma in modo positivo. Spesso ci è difficile entrare nella testa degli altri, ma non per cattiveria, più che altro perché non è nella nostra natura. In quanto esseri umani ognuno vede le cose a modo suo e, per chi più per chi meno, capire come funziona il cervello di qualcun altro è strano.
L'autore cerca di rimediare: entrando nella testa di Aza sembra di scoprire un universo tutto nuovo. Personalmente, nonostante conosca da tempo gente con questo disturbo, ho avuto modo di capirne un po' di più. Per questo motivo il romanzo diventa così affascinante.
Quasi dimenticavo un aspetto fondamentale per capire questa protagonista: le metafore. La scrittura di Green è caratterizzata dall'uso di forme retoriche. Utilizzandole con Aza ci regala perle stupende.
Cari fan di John Green, vi ricorda qualcuno?
Altro punto a favore: l'incipit è molto diverso dal solito. Infatti la storia si apre con la scomparsa di un miliardario, che può sembrare non c'entri molto, ma in realtà è fondamentale.
La nostra nuova eroina femminile si chiama Aza, ha sedici anni e soffre del disturbo ossessivo compulsivo. Come potrete immaginare, io mi sono innamorata di lei fin da subito. Questo per tre semplici motivi: innanzitutto, non è perfetta, ne fisicamente ne caratterialmente. Non so voi, ma io mi sono rotta pesantemente di queste ragazze bellissime, dolcissime, a cui la vita sorride sempre. Non è possibile che non abbiano un difetto o una preoccupazione che non sia "Il mio ragazzo mi ha tradita". Questa è la rivoluzione di John Green nel genere Young Adult: i suoi protagonisti sono ragazzi della porta accanto.
Secondo motivo, è ironica. Questo autore ci aveva già presentato protagoniste irriverenti: Hazel era divertentissima, Margot folle e Alaska unica. Aza si unisce a questo club improbabile facendoci morire dalle risate anche nei momenti più complicati.
Infine, l'aspetto più importante del libro, quello che ho apprezzato di più: la testa di Aza è un caos. È sola con se stessa e in questi momenti l'unica cosa che riesce a fare è pensare, parlare con se stessa, guardarsi dentro. Viene risucchiata dai suoi pensieri e finire in questa spirale con lei è stranissimo, ma in modo positivo. Spesso ci è difficile entrare nella testa degli altri, ma non per cattiveria, più che altro perché non è nella nostra natura. In quanto esseri umani ognuno vede le cose a modo suo e, per chi più per chi meno, capire come funziona il cervello di qualcun altro è strano.
L'autore cerca di rimediare: entrando nella testa di Aza sembra di scoprire un universo tutto nuovo. Personalmente, nonostante conosca da tempo gente con questo disturbo, ho avuto modo di capirne un po' di più. Per questo motivo il romanzo diventa così affascinante.
Quasi dimenticavo un aspetto fondamentale per capire questa protagonista: le metafore. La scrittura di Green è caratterizzata dall'uso di forme retoriche. Utilizzandole con Aza ci regala perle stupende.
Cari fan di John Green, vi ricorda qualcuno?
Gli altri due personaggi fondamentali della storia sono Daisy e Davis, troppo importanti per non essere nemmeno nominati.
Se c'è una convenzione su questo genere di libri che il nostro scrittore non ha ancora superato è quella della migliore amica: Daisy, infatti, è la tipica migliore amica. So già che la mia sarà un'opinione impopolare, ma io l'ho adorata. In fondo, come dicevamo prima, è solo l'amica che prova ad aiutare, l'estraneo che tenta di capire ma che non ci riesce. Lei fa del suo meglio, non va incolpata perché a volte non riesce a stare dietro ad Aza.
Davis invece è l'amore adolescenziale. Secondo solo ad Augustus nella mia lista dei personaggi maschili migliori di John Green, è un ragazzo fantastico. Anche lui finalmente non è perfetto, pieno di dubbi e demoni, mancanze e doveri. Senza un vero padre che gli vuole bene, deve crescere il fratellino da solo. Nonostante ciò rimane una delle presenze più piacevoli della storia.
(mi pareva giusto specificare che ci vengono date ancora una volta false speranze sui ragazzi, perché ovviamente Davis non esiste. Grazie John)
Io ero certa che questo romanzo mi sarebbe piaciuto. John Green è una certezza, sapevo che non mi avrebbe deluso. Non mi aspettavo invece che mi piacesse così tanto. In un attimo ha superato di netto tutti i libri di questo autore (a parte Cercando Alaska, quello rimane il mio preferito).
Non mi capacito ancora di come John Green riesca sempre ad emozionarmi. Più ci penso, più mi rendo conto che in realtà ci riesce perché non lo so. La sua forza sta nel stupire con la semplicità, affascinare con la quotidianità. Riesce sempre ad aggiungere un tocco di magia nella vita di tutti i giorni e, se ve lo state ancora chiedendo, c'è l'ha fatta un'altra volta.
Frase preferita:
La vita è una storia che si racconta di te, non una storia che racconti tu.
Curiosità
John Green ci ha messo tantissimo tempo per scrivere questo libro. Ha avuto un forte impatto per lui perché ha sofferto (e soffre tutt'ora) del disturbo ossessivo compulsivo. In un'intervista ne ha parlato molto bene, facendo capire anche cosa ha significato qui. Per leggerla (è in inglese) cliccate qui.
Grazie per avermi seguito anche oggi e alla prossima recensione!
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