Dove la storia finisce, Alessandro Piperno

Ciao a tutti! Scusatemi l'assenza, d'ora in poi cercherò di essere più presente. Senza perderci in chiacchiere cominciamo subito con la recensione di oggi: vi parlerò del romanzo "Dove la storia finisce" di Alessandro Piperno
Matteo Zevi è sul volo di linea che da Los Angeles lo sta riportando in patria. È dovuto scappare molti anni prima, per debiti, abbandonando dall'oggi al domani i membri della sua famiglia. Su di loro, adesso, il suo ritorno incombe come una calamità persino peggiore di quelle seguite all'improvvisa fuga. Durante l'assenza di Matteo, infatti, ciascuno ha avuto modo di costruirsi un equilibrio apparentemente solido. Giorgio – primogenito settario, ambizioso e intraprendente – ha aperto l'Orient Express, un locale panasiatico che va per la maggiore, ed è in riluttante attesa di un figlio; Martina, che alla partenza del padre aveva solo nove anni, sconta un precoce matrimonio borghese con turbamenti affettivi e sessuali a dir poco sconvenienti; solo Federica, la seconda moglie che non ha mai smesso di attenderlo, sogna una nuova armonia familiare per la quale è disposta a tutto, mentre Matteo, attratto dalle suggestioni del patriarcato, ritrova vecchi amici e piaceri dimenticati in una Roma deturpata e bellissima. Sono tutti talmente presi da se stessi che quando la Storia irrompe brutalmente nella loro vita li coglie vulnerabili e impreparati. Ognuno è chiamato a fare i conti con il passato e con le incognite di un mondo che appare sempre più sinistro e imponderabile. Ecco allora che la storia finisce dove la Storia incomincia.

Recensione
Ho sempre sentito parlare bene di Piperno, tutti quelli che lo nominavano lo consideravano un grande autore. In particolare mio padre è molto appassionato dei suoi scritti, infatti questo l'ho letto sotto suo consiglio. Come avrete capito, partivo già con ottime aspettative e alla fine sono state soddisfatte tutte. Ma andiamo con calma.
Innanzitutto il romanzo si svolge in una magica e bellissima Roma. Adesso vi indignerete, ma io non l'ho mai vista, e mi stupisco sempre di come i libri la dipingano così incantevole. Comunque provvederò presto a colmare questo mio vuoto.
La prima persona che viene descritta è Federica, moglie abbandonata sedici anni prima della narrazione. Capiamo subito che in realtà, però, lei non ha mai smesso di amare il marito. Mi è sembrata una donna molto fragile, ma comunque forte nell'affrontare tutte le difficoltà della vita (ma questo lo si capirà più avanti). Credo sia il personaggio più positivo della storia, quello che sicuramente entra di più nel cuore.
Nel secondo capitolo si passa a Matteo, ultra cinquantenne appena tornato a Roma. Prima di partire con la descrizione facciamo chiarezza, perché altrimenti partite a leggere come me, ovvero senza capire un cavolo: Matteo ha avuto due mogli in Italia (una è Federica) e due negli Stati Uniti. Ve lo dico perché appena si parla di mogli ci si perde completamente.
Su di lui si incentra tutta la storia e ciò è un altro punto di forza, perché l'autore dà l'idea che è lui il fulcro della famiglia Zevi, così strana e disastrata. Tutti i componenti sono legati dai particolari sentimenti che provano per Matteo, che possono essere odio, amore o totale indifferenza. Nonostante tutto rimane un personaggio un po' misterioso: sembra sia un idiota, ma in realtà c'è quel qualcosa che non può fartelo odiare.
Il terzo personaggio descritto è Martina, figlia di Federica e Matteo. In tutto il racconto la sua storia è la più interessante e appassionante. Non mi va di spoilerare troppo, perché è una di quelle cose che va scoperta piano piano durante la lettura, vi dico solamente che è la storia che vi prenderà di più. Adesso la pianto con Martina perché rischio di scrivere troppo.
Il quarto personaggio è Giorgio, figlio di Matteo e della prima moglie, ma ormai dopo otto capitoli si è capito. Lui è in ballo con una moglie incinta di un figlio che in realtà lui non vuole. Sembra molto anonimo, ma in realtà è pieno di sorprese. Non prendetelo in antipatia come ho fatto io, non è così male.
Questa è in breve la famiglia Zevi, cono tutti i disastri e i problemi dei componenti: una famiglia normale. No, anzi, normale no, perché gli Zevi sono tutto tranne che normali. Diciamo una famiglia tranquilla nel proprio caos. Per questo motivo, arrivati a tre quarti del libro ti dici "E allora, che succede?". Non può andare tutto avanti con questa tranquillità strana, preoccupante. Non può essere tutto così normale. Deve succedere qualcosa.
Questi sono stati i miei pensieri ad un certo punto del libro. Ero sicura che non poteva andare così e in effetti il casino scoppia. La tempesta arriva in una maniera totalmente inaspettata, quasi inverosimile, e colpisce tutta la famiglia. Personalmente ho dovuto rileggere tre volte gli ultimi capitoli, non avevo ben capito cosa fosse successo. Penserete che sto pompando il tutto, ma credetemi, è davvero pazzesco. 
"Dove la storia finisce" è sicuramente uno dei più bei romanzi italiani dell'ultimo periodo. È un romanzo originale, particolare per il suo strano ritmo, incredibile nella sua storia e particolare per i suoi personaggi. Quando credi che la storia sia finita, è lì che tutto inizia.

Frase preferita: 
Iniziava a comprendere ciò che individui meno fortunati di lui intuiscono già alle soglie della pubertà: che gli altri non sono disposti ad ascoltarci e a capirci più di quanto noi non siamo disposti ad ascoltare e a capire loro.

Curiosità 
Piperno ha rilasciato un'intervista alla Repubblica in cui credo sia spiegata perfettamente l'essenza del libro. Ecco il link: 
http://www.repubblica.it/cultura/2016/10/07/news/alessandro_piperno_non_e_tempo_di_peggiori_intenzioni_-149285890/





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