Almarina, Valeria Parella
Ciao a tutti! Oggi vorrei parlare di un romanzo molto breve, ma comunque davvero incisivo. Candidato al premio Strega di quest'anno, mi sono follemente innamorata dell'immensa poesia che nasconde. Si tratta di "Almarina" di Valeria Parella.
Può una prigione rendere libero chi vi entra? Elisabetta insegna matematica nel carcere minorile di Nisida. Ogni mattina la sbarra si alza, la borsa finisce in un armadietto chiuso a chiave insieme a tutti i pensieri e inizia un tempo sospeso, un'isola nell'isola dove le colpe possono finalmente sciogliersi e sparire. Almarina è un'allieva nuova, ce la mette tutta ma i conti non le tornano: in quell'aula, se alzi gli occhi vedi l'orizzonte ma dalla porta non ti lasciano uscire. La libertà di due solitudini raccontata da una voce calda, intima, politica, capace di schiudere la testa e il cuore. Esiste un'isola nel Mediterraneo dove i ragazzi non scendono mai a mare. Ormeggiata come un vascello, Nisida è un carcere sull'acqua, ed è lí che Elisabetta Maiorano insegna matematica a un gruppo di giovani detenuti. Ha cinquant'anni, vive sola, e ogni giorno una guardia le apre il cancello chiudendo Napoli alle spalle: in quella piccola aula senza sbarre lei prova a imbastire il futuro. Ma in classe un giorno arriva Almarina, allora la luce cambia e illumina un nuovo orizzonte. Il labirinto inestricabile della burocrazia, i lutti inaspettati, le notti insonni, rivelano l'altra loro possibilità: essere un punto di partenza. Nella speranza che un giorno, quando questi ragazzi avranno scontato la loro pena, ci siano nuove pagine da riempire, bianche «come il bucato steso alle terrazze».
Recensione
Mi succede spesso di innamorarmi di un libro: devo ringraziare il mio grande amore per ogni tipo di storia, un qualcosa che mi porto dietro sin da quando ero una bambina.
A volte capita anche che un romanzo mi colpisca così tanto che me lo porto dentro per tantissimo tempo, ricordandolo sempre con tanto affetto.
Molto raramente invece le avventure di un determinato personaggio modificano profondamente la prospettiva che ho di certe cose. In questi casi mi ricordo uno dei più grandi poteri della letteratura, ovvero cambiarti. A diciotto anni sai ben poco di come funziona la vita, quindi spesso sono le esperienze esterne a plasmarti. Questo è quello che mi è successo con "Almarina": più proseguivo con la lettura, più mi rendevo conto che questo romanzo mi stava insegnando tanto.
Elisabetta è una professoressa e insegna matematica in un carcere minorile a Napoli. Lavorare con ragazzi con un passato così complicato e un futuro che probabilmente sarà ancora più disastroso non è semplice, ma la nostra protagonista fa il suo mestiere da tanto tempo e sa benissimo come comportarsi.
La sua vita cambia all'arrivo di una ragazza nuova, Almarina. Inspiegabilmente, la professoressa empatizza in maniera diversa con lei rispetto al resto dei suoi alunni. Sarà che è così silenziosa e schiva, oppure il fatto che sia così sola, proprio come lei: Elisabetta non riesce a considerarla semplicemente un'allieva.
A raccontare questa dolcissima storia è proprio Elisabetta. Durante la narrazione sembra di essere stati catapultati direttamente all'interno della sua mente e di seguire il flusso dei suoi pensieri confusi. Probabilmente è per questo motivo che risulta impossibile non provare empatia per questa donna. Ci si può benissimo immedesimare in lei: si sente spesso sola, nostalgica, arrabbiata con il mondo, triste per ciò che non può cambiare ma fiduciosa comunque nelle persone. Ogni tanto le sue riflessioni sfociano nell'attualità e quelle sono le mie parti preferite, perché anche parlando di problemi sociali Elisabetta resta sempre molto poetica.
Conosciamo molto meno Almarina rispetto alla professoressa nonostante il romanzo sia intitolato a lei. Comunque rimane il fulcro di tutta la storia. È simbolo innanzitutto di una gioventù disillusa, ragazzi che spendono gli anni della loro crescita in un luogo distaccato dal mondo. Inoltre, Almarina rappresenta quanto le priorità siano precarie e come possono cambiare in pochissimo tempo.
"Almarina" mi ha segnato in tanti modi. In particolare sono rimasta incantata dalla rappresentazione di questo amore così unico. Chi ha letto le mie recensioni avrà capito che i romanzi che mi colpiscono di più e che spesso cambiano la mia visione delle cose in un modo o nell'altro parlano d'amore. Quando dico che i libri d'amore sono i miei preferiti non parlo solo delle storie romantiche, ma intendo quelli che trattano della realtà rapporti umani. Amo leggere del sentimento che lega una madre col figlio, un bambino con i fratelli o un ragazzo con i suoi amici. Per questo motivo credo che "Almarina" sia una delle più toccanti storie d'amore che io abbia mai letto. Come definire altrimenti ciò che unisce Elisabetta e la sua studentessa? Il loro amore è reale, contorto e spesso doloroso ma è comunque più forte di quel sentimento idealizzato che in tanti ricercano ma che nessuno troverà mai, perché non esiste. Questo romanzo vuole raccontare com'è difficile che due anime sole riescano a trovarsi e quanto possa essere doloroso amarsi quando la vita ci rema contro. Non è un sentimento perfetto, ma se lo fosse non sarebbe così meraviglioso.
Citazione preferita:
Non può questa madre ricordarsi di tutti i suoi figli , ne ha troppi, qualcuno si salva, altri soccombono, altri uccidono i loro fratelli o li affamano: è la legge della natura, e più la città è grande più la natura si riappropria dei suoi numeri e vince.
Curiosità
Valeria Parella fa parte di un gruppo di scrittori che conduce un laboratorio con i ragazzi del carcere di Nisida, che è la prigione dove si svolge "Almarina". Alcuni degli elaborati dei giovani detenuti si trovano nel romanzo.
Grazie per avermi seguita anche oggi e alla prossima recensione!
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